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Disney e il flop del secolo: Strange World crolla al box office, Avatar salverà la baracca?

Mentre il mondo aspetta Avatar: La via dell'acqua, il super-blockbuster di James Cameron da 400 milioni di budget, il box office lancia segnali inquietanti.

Mentre il mondo aspetta Avatar: La via dell’acqua, il super-blockbuster di James Cameron da 400 milioni di budget, il box office lancia segnali inquietanti.

Il week-end festivo per Il Giorno del Ringraziamento, tipicamente uno dei momenti più caldi per le sale cinematografiche e i nuovi film in uscita, non è stato di alcun aiuto all’ultimo film dei Disney Animation Studios, il film di fantascienza Strange World, diretto da Don Hall.
Che le cose non sarebbero state facili per il nuovo Classico Disney (il 61esimo) lo si era già capito dal giorno d’esordio, quando aveva fatto registrare uno dei peggiori risultati di sempre per la major con un’apertura di appena 4 milioni di dollari a fronte di un budget di 180 milioni, ma il disastro vero e proprio è scoppiato nel week-end lungo dei giorni festivi: nei primi cinque giorni della sua run nelle sale, Strange World ha incassato un totale di soli 20 milioni di dollari, una cifra molto simile a quella di un altro imponente flop targato Disney: Il pianeta del tesoro, 43esimo Classico che nel 2002 incassò 16,6 milioni di dollari all’esordio (proprio durante il week-end del Ringraziamento) finendo con l’intascare un totale di 110 milioni di dollari a livello globale a fronte di un budget di 140 milioni.



E pensare che a Strange World le cose sono andate perfino peggio: se l’ammontare del budget definitivo non è ancora stato rivelato (si parla di una cifra compresa tra i 135 e i 180 milioni di dollari, spese di marketing escluse), la votazione su CinemaScore – piattaforma che tiene traccia del gradimento del pubblico rispetto ad un dato film, e che quindi può spesso servire da indicatore della performance al box office – beh quella la conosciamo eccome: una B tonante, il voto più basso di sempre per un Classico Disney da quando esiste il portale, creato nel 1991, l’anno de La bella e la bestia (i film Disney hanno sempre preso un voto ‘minimo’ di A- su CinemaScore, quindi complimenti a Strange World per i record stabiliti finora).
Questo accadeva circa una settimana fa, e come sappiamo i primi giorni di vita di un film sono tendenzialmente quelli più ricchi (tendenzialmente: non tutti sono Top Gun: Maverick); oggi infatti le cose nello strano mondo di Strange World non sono affatto migliorate, dato che l’incasso totale a livello worldwide segna un drammatico 31 milioni di dollari. Secondo gli analisti, alla fine della fiera l’investimento per il film andrà in rosso con una perdita di 146 milioni da parte della Disney.



La cosa buona è che il ciclo vitale di un film non si esaurisce dopo il suo passaggio nelle sale: Strange World potrebbe infatti rinascere su Disney Plus, come del resto fu l’anno scorso per Encanto – anche il 60esimo Classico non fece benissimo al box office (chiariamo, non andò così male) ma poi su Disney Plus stabilì ogni tipo di primato possibile, anche grazie alla popolarità del brano ‘Non si nomina Bruno’. Tra l’altro entrambi i film sono stati distribuiti a ridosso del Ringraziamento, e se Encanto debuttò sulla piattaforma di streaming il 24 dicembre qualcosa ci dice che Strange World spunterà su quei canali entro la fine del 2022. Anche solo fosse per provare a limitare i danni.
Il paradosso, comunque, e lo abbiamo visto nel corso di tutto il 2022 specialmente con i film Marvel Studios, che sono tra virgolette crollati nel secondo week-end dopo buoni numeri nei fine settimana di debutto, è che sembrerebbe essere proprio Disney Plus l’origine dei risultati di box office poco esaltanti per i titoli Disney: perché andare al cinema a vedere quel film, se quel film arriverà a casa mia entro poche settimane? Però non è neanche detto che la colpa stia tutta dalla parte del pubblico: in Francia, ad esempio, dove prima di arrivare in streaming o sul mercato vod un film deve rispettare una finestra di 15 mesi dopo il suo passaggio in sala, la Disney a Strange World ha detto ciao ciao, saltando a pie pari la distribuzione sul grande schermo in favore di un’esclusività casalinga per Disney Plus.



Gli abbonamenti streaming sono i nuovi biglietti strappati? Di certo la pandemia ha rivoluzionato il mercato di Hollywood e non solo, e i prossimi anni saranno fondamentali per ridefinirne il panorama: lo sa anche James Cameron, che però come da sua tradizione ha fatto ancora di testa sua e tra poche settimane uscirà al cinema con il film più costoso della storia, Avatar: La via dell’acqua, il cui budget di produzione secondo The Hollywood Reporter è arrivato a 400 milioni – un viaggio su Pandora, esistesse davvero, probabilmente costerebbe di meno.
Una scommessa, un azzardo, una follia: secondo lo stesso Cameron, solo per andare in profitto il sequel di Avatar dovrà incassare due miliardi su scala globale e rientrare nella top5 dei maggiori incassi della storia del cinema. Sarebbe il miglior risultato del post-pandemia, più di Maverick e più di Spider-Man: No Way Home, ma a differenza dei film di Tom Cruise e di Marvel/Sony il nono lungometraggio di James Cameron (uno che di spese esorbitanti in fatto di budget e poi di record di incassi ne sa qualcosa) potrà contare su un’uscita in Cina, mercato fondamentale che dopo la stretta di mano tra Joe Biden e Xi Jinping ha riaperto le porte a Hollywood solo per gli alieni Na’vi.
Insomma, la prossima volta che sentirete avvicinarsi un simpatico attacco di panico pensate alle aspettative che l’industria ripone su Avatar: La via dell’acqua e tirate un sospiro di sollievo.

Matteo Regoli

critica i film, poi gli chiede scusa si occupa di cinema, e ne è costantemente occupato è convinto che nello schermo, a contare davvero, siano le immagini porta avanti con poca costanza Fatti di Cinema, blog personale

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