
Disney Illusion Island Recensione: un’ottima operazione nostalgia!
Amo Paperino, memorabile personaggio che mi ha accompagnato in tutta la mia infanzia e adolescenza con le sue disavventure: sono stato un fedele abbonato alle riviste cartacee ‘Paperino‘ e ‘Paperinik‘ per almeno sette – otto anni e ho tutta la collezione di PK ancora in perfette condizioni. In ambito videoludico, mangiai voracemente Paperino: Operazione Papero?! e Maui Mallard in Cold Shadow. Immaginate quindi il fomento all’annuncio dell’imminente uscita di Disney Illusion Island, il nuovo metroidvania con protagonisti Paperino, Pippo, Topolino e Minnie, disponibile per Nintendo Switch e sviluppato da Dlala Studio: non giocavo a un videogioco Disney da tipo vent’anni, come potevo non essere su di giri!
Un’isola in pericolo e tre tomi della conoscenza da recuperare per salvare il mondo. Scelgo Paperino ovviamente – non che cambi qualcosa a livello di gameplay e questo è un gran peccato – e inizio la mia run. Prima di procedere nella lettura, una breve premessa: mi dispiace davvero tanto non aver potuto provare la cooperativa di Disney Illusion Island, grazie alla quale si può giocare fino a un massimo di quattro utenti che possono impersonare gli altrettanti protagonisti del titolo.
Disney Illusion Island: l’ unico metroidvania in cui non mi son perso
Paperino si muove sempre con quella sua andatura che lo contraddistingue, perennemente indiavolato contro il mondo e, sinceramente, lo capisco pure: il secondo power up che ho raccolto per saltare da un muro a un altro e raggiungere così punti elevati altrimenti inaccessibili, è uno sturalavandini. Il primo? Un fuoco d’artificio. Minnie, Topolino e Pippo, invece, hanno sempre ricevuto dal grottesco Mazzy – uno dei tanti, pittoreschi personaggi che si incontreranno nelle circa sei ore di gioco impiegate per portare a termine Disney Illusion Island – oggetti fighissimi come jetpack, origami e così via (le abilità da sbloccare sono diverse e divertenti da usare).
Mi trovo davanti a un’isola sgargiante nei colori ma anche abbastanza semplice da affrontare: la difficoltà non è mai elevata e la gran parte dei game over si è verificata principalmente durante le fasi platform, per via di una mia generale superficialità nell’esecuzione del salto, fondamentale per evitare l’attacco del nemico di turno (che non possiamo colpire in alcun modo) o per mettere piede in una nuova area. In aggiunta, il numero elevato di check point ti permette di procedere tranquillo e sereno. Scordatevi lunghe sessioni a piattaforme da imparare a memoria dopo diversi tentativi andati a vuoto: ad occhio, direi che siamo di fronte a un punto di salvataggio ogni uno – due minuti di avventura.

Ho controllato spesso sulla mappa la direzione da seguire, puntando verso le zone oscure dove c’è sempre qualcosa di interessante da scovare, che siano collezionabili (tra cimeli e easter egg, il collezionista Disney potrebbe diventare pazzo) oppure oggetti utili per continuare nella storia. Eppure, non ho mai percepito quella sensazione tipica dei metroidvania – con ogni probabilità per via del basso tasso di sfida – che ti fa pensare “oddio se proseguo in questa direzione, dove finirò“. Pertanto, ho accusato un po’ la mancanza del brivido della scoperta, del ritrovarmi in aree dove non dovevo essere e da cui scappare a gambe levate. Ogni bioma, infine, ci mette di fronte a una boss fight che prova a spremere le nostre capacità e i nostri riflessi: sono morto poche volte contro i Custodi dei Libri, anche in questo caso perché ho provato a chiudere la pratica nel minor tempo possibile.
Che meravigliose cutscene
Insomma, Disney Illusion Island non vuole essere un gioco complesso, fatta eccezione per le ultime due ore di gioco, dove la difficoltà cresce leggermente senza mai diventare insormontabile. Dal punto di vista ludico, dunque, l’opera si configura come un punto di partenza per il genere dei metroidvania: iniziare da una produzione di facile fruizione per prendere confidenza con mappe complesse e interconnesse, dove è necessario sbloccare le abilità giuste se si vuol procedere nell’esplorazione.
Tuttavia, ciò che mi ha realmente conquistato sono state le scene d’intermezzo, attraverso le quali Dlala confeziona un ottimo cartone animato su Nintendo Switch, in cui si ride tantissimo, grazie soprattutto a Pippo e Paperino, protagonisti di diverse gag e momenti esilaranti (senza offesa, un gradino sopra a Minnie e Topolino per quanto riguarda la comicità).

Proprio recentemente poi, dopo essermi fatto un sontuoso binge watching delle tre stagioni reboot di Ducktales su Disney+ (a proposito di serie TV che ritornano, ecco la recensione dell’ultima stagione di Futurama disponibile su Disney+), ho anche guardato qualche episodio della nuova serie diretta da Paul Rudish, Il Meraviglioso Mondo di Topolino. L’autore ha donato nuova linfa ai quattro protagonisti Disney, caratterizzandoli con uno stile visivo fresco e moderno che ritroviamo anche in Disney Illusion Island: di fatto, mi è sembrato davvero di essere diventato un protagonista attivo di un nuovo episodio della serie.
Staccare la spina e ridere a crepapelle per le ingenue battute di Pippo; ascoltare con piacere la voce di Paperino (il doppiaggio è il medesimo dei cartoni animati) e ammirare i suoi momenti di innocua arrabbiatura: alla fine, mi è bastato pochissimo per immergermi in un prodotto che, al di là di un gameplay piuttosto basilare, è merce rara al giorno d’oggi. Avevo davvero bisogno di un videogioco Disney che mi facesse tornare indietro nel tempo e Illusion Island riesce con successo ad evocare quell’effetto nostalgia che mi aspettavo una volta avviata la partita.
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