
Django Recensione: la serie tv Sky tratta dal cult di Sergio Corbucci
Il mitico antieroe del cinema western Django arriva in tv con la nuova serie targata Sky, creata da Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli (gli stessi di Gomorra e ZeroZeroZero) e diretta da Francesca Comencini (figlia di Luigi, che di western non ne ha mai fatti), che nella serie ricopre anche il ruolo di direttrice artistica.
La produzione, dal respiro internazionale e girata totalmente in inglese con un cast all-star che include Matthias Schoenaerts nel ruolo titolare e Noomi Rapace in quello dell’antagonista, colpisce immediatamente per la costruzione dei set e le location utilizzate (in Romania, nei dintorni di Bucarest e nell’area del Danubio) e rappresenta l’esordio televisivo del famoso personaggio cinematografico creato da Sergio Corbucci, il ‘secondo miglior regista di spaghetti western di sempre’, per rubare una battuta del narratore extradiegetico di C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino.
Django, la serie è anche l’unico progetto direttamente collegato al seminale capolavoro del 1966 (citato nei titoli di testa come ‘liberamente ispirato a’), il cui successo all’epoca disseminò in giro per i cinema tantissimi ‘seguiti’ ufficiosi (i vari Django spara per primo di Alberto De Martino, Pochi dollari per Django di León Klimovsky, Django il bastardo di Sergio Garrone, Django sfida Sartana di William Redford: che meraviglia, quando ancora l’Italia andava forte nel cinema di genere) che però nulla avevano a che fare con Corbucci o con lo storico protagonista Franco Nero. Quest’ultimo, tornò solo in una manciata di occasioni nel mondo di Django, la prima nel “sequel ufficiale” Django 2: Il grande ritorno di Ted Archer e successivamente per un cameo in Django: Unchained di Tarantino: l’attore, che indiscrezioni vogliono alle prese con un nuovo film, Django Vive!, il cui sviluppo è stato temporaneamente bloccato a causa del Covid, compare anche nella serie Sky per un altro cameo (quindi occhi aperti).
Un nuovo Django per un nuovo pubblico
E a proposito di occhi: era lo sguardo, riprese come in una striscia a fumetti, il timbro caratteristico dello spaghetti western secondo Sergio Leone e Sergio Corbucci, e in effetti Francesca Comencini quella lezione sembra volerla riproporre in tv. Saranno tantissimi i dettagli degli occhi (anche occhi che non possono vedere) sui quali la serie si concentrerà nel corso dei suoi episodi (dieci in totale), durante i quali il pubblico sarà introdotto ad uno dei migliori mondi western che si siano mai visti sul piccolo schermo (segnatevi 1883, serie di Paramount+ di cui parleremo a brevissimo).
Texas, fine 1800. Django raggiunge una città riarsa, sul fondo di un cratere: è New Babylon (che non è Babylon di Damien Chazelle), l’insediamento dove spera di incontrare gli uomini che hanno assassinato la sua famiglia. Qui però scopre che sua figlia Sarah è sopravvissuta, ha ormai vent’anni e si appresta a sposare John Ellis, che di New Babylon è il fondatore. Lei non vuole che Django le stia tra i piedi, ma il pistolero non è uomo da arrendersi e non lascerà nulla d’intentato pur di avere un’altra possibilità con sua figlia.

Se Django è la storia di un uomo che, partito in cerca di vendetta, finirà per lottare per qualcosa di più grande, Django personaggio si fa parabola dei tempi che cambiano, pur rimanendo sostanzialmente uguale a se stesso: tra calibrate citazioni e divertenti rimandi al passato (dal primo Django a quello di Tarantino, passando per Il mucchio selvaggio di Sam Peckinpah) il duro antieroe che divenne afroamericano con Jamie Foxx trova ancora una volta il modo di avvicinarsi alla nostra contemporaneità (non diremo come, ma ci si può arrivare) senza per questo rinunciare ai tratti fondamentali di una stagione del cinema italiano che oggi prova a rinascere.
Tra i dettagli iperviolenti di un mondo senza legge fatto di regolamenti di conti e impiccagioni sommarie, Django racconta soprattutto la sofferenza taciuta di un uomo che questa volta, forse, sotto sotto più che la vendetta è alla ricerca del perdono.
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