
Fast & Furious 10 Recensione: tornano Vin Diesel e la Fast Family
“Perché abbiamo permesso che andasse avanti così a lungo?“: è una battuta che ad un certo punto viene pronunciata in una delle tante scene vuote e a vuoto di Fast & Furious 10, nuovo capitolo della ventennale saga action – heist, spy, blockbuster, catastrofica, fantascientifica, insomma fate voi- capitanata da Vin Diesel nei panni dell’iconico (livello meme) Dominic Toretto, e se porta con sé un vago olezzo di lamentela beh…è quello che è (a proposito di macchine, avete visto il trailer del film di Gran Turismo?).
Con Louis Letterier per la prima volta alla regia del franchise – dopo aver sostituito il veterano Justin Lin, che ha abbandonato la nave una settimana dopo l’inizio delle riprese (apparentemente per diatribe con Toretto in persona) – questo nuovo episodio rappresenta anche il primo atto del gran finale di Fast & Furious, che chiuderà i battenti con Fast & Furious 11 oppure con Fast & Furious 12, qualora il capitolo dieci dovesse avere successo. Insomma un dittico o una trilogia fa lo stesso per Universal: tanto le idee sono finite da un pezzo.
Fast 10: la Family è la Family
Più che Fast Saga siamo finiti ben oltre i livelli della Fast Soap Opera, con trame al grado zero della complessità che diventano guazzabuglio di alberi genealogici dai rami intersecati tra loro che restituiscono a ogni legnosa torsione un nuovo frutto da cogliere e gettare nella mischia.
Ci sono bisnonni e cugini, nipoti e fratelli, padri e mogli e figli nati oppure in arrivo o sorelle di quell’amica fraterna che un tempo era nemica ed era pure morta e adesso però è tornata per il barbecue di famiglia. Ci sono scene di vecchi capitoli che vengono riproposte per inserire parenti segreti che erano sempre stati lì, solo che noi non li avevamo visti prima (viene fatto due volte in questo film, per inserire e reinserire nella stessa scena due personaggi diversi). Ci sono strategie da seguire e sequenze action da coreografare già utilizzate in capitoli precedenti e riutilizzate qui come nulla fosse.

Il ritorno di volti noti della saga tenuti nascosti dal marketing? C’è. L’utilizzo ossessivo della parola ‘Famiglia’ (che chiaramente è un modo per abbracciare anche i fan veterani della saga, la Famiglia sono loro e non solo i protagonisti, la Famiglia che sostiene Dominic Toretto da vent’anni foraggiando le sue avventure sul grande schermo e che, Dio ci perdoni, comprende anche noi)? C’è anche lui. C’è perfino Jason Momoa che imita Heath Ledger, in uno dei peggiori miscasting dei tempi recenti.
Le mancanze di una storia globetrotter
Quello che manca, purtroppo, in Fast & Furious 10 è il ritmo perfetto e misurato al millimetro di cui necessitano storie globetrotter come questa, con un numero così elevato di personaggi e situazioni (siamo ai numeri di Avengers: Infinity War per quanto riguarda il cast, ma non si può dire la stessa cosa della qualità né tanto meno del senso di vero pericolo incombente che aleggiava sui personaggi ad ogni piè sospinto del villain Thanos) che si perdono in una monocorde storia di vendetta i cui esiti vengono sempre rimandati alla scena successiva (e, non si sorprenda nessuno, quando finiscono le scene ci si da appuntamento al prossimo episodio).
Soprattutto, per una saga che non gioca sulla sospensione dell’incredulità ma sul suo ribaltamento, sull’esagerazione continua e sulla capacità che il cinema ha di rendere bello anche il falsissimo, una saga in cui le personalità dei suoi protagonisti vengono incarnate dalle auto che guidano (che diventano anche i corrispettivi, in questo mondo assolutamente falso, dei superpoteri dei supereroi) in Fast & Furious 10 fatica a lasciare sorpresi di sfacciataggine: come se la Famiglia, giunta a questo punto, ne avesse viste di così cotte e di così crude, da non poter più stupirsi di niente e con nulla, limitandosi a riciclare.
Perché abbiamo permesso che andasse avanti così a lungo?
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