
Film Horror giapponesi: The Guard from the Underground e Door
I nostri amici di Third Window Films, dei quali vi avevamo parlato tempo fa in un nostro speciale dedicato a 4 cult del cinema giapponese, sono tornati alla carica con un’altra dose di film asiatici, questa volta di genere horror che si rivelano dunque perfetti per il periodo di Halloween.
In questo nuovo appuntamento della rubrica dedicata al mondo dell’home-video, vi parleremo di The Guard from the Underground, Hiruko the Goblin e il dittico Door 1/2, nelle nuove versioni blu-ray recentemente pubblicate dai ragazzi di Third Window (come potete vedere nella foto qui sotto, Door e Door 2 sono talmente recenti che ci è stata fatta recapitare una copia di pre-produzione ancora sprovvista di custodia, dunque in questo caso dovremo sospendere il giudizio sul packaging e lo promuoveremo sulla fiducia, ormai ampiamente consolidata).

The Guard from the Underground
Partiamo dal pezzo forte. The Guard from the Underground è uno dei primissimi film del maestro Kiyoshi Kurosawa (che abbiamo recentemente tirato in ballo nella nostra recensione di New Religion di Keishi Kondo). Uno slasher violentissimo che avrebbe anticipato gran parte dei temi, delle atmosfere e dello stile delle opere più mature – e in molti casi epocali – come i successivi Cure, Charisma, Seance e Pulse.

Questa edizione blu-ray di The Guard from the Underground, limitata a 2000 copie, fa parte della collana “Directors Company Collection”, che presenta una serie di film della leggendaria società di produzione giapponese in nuovissimi restauri digitali e in confezioni da collezione, ognuna delle quali è impreziosita da una serie di inserti realizzati dello storico Jasper Sharp.
Door 1/2: due cult horror dal Giappone
Il dittico di Door di Banmei Takahashi, per anni sparito dalla circolazione e portato per la prima volta sul mercato internazionale fuori dal Giappone proprio grazie alla collana Directors Company Collection, è considerato il primo esempio di slasher giapponese sulla falsariga del Giallo all’italiana ed è celeberrimo per una sequenza action spacca-mascella che ha anticipato di oltre trent’anni un acclamato piano sequenza contenuto nel recente John Wick 4 con Keanu Reeves (se ve la siete persa, ecco la nostra recensione di John Wick 4).

Il capitolo 1 segue la storia di una donna che, dopo aver sbattuto di casa in malo modo un venditore porta a porta, diventa il bersaglio della follia dell’uomo, in un’escalation di caos destinata a scoppiare nei 20 incredibili minuti finali. Il capitolo 2, invece, molto più votato all’erotismo, è la storia di una prostituta che un giorno, ogni volta che varca la porta di casa di un nuovo cliente, rischia di esporsi alle brutalità più indicibili e oscure.
Hiruko the Goblin
Last but non least, come si suol dire, il cult assoluto Hiruko the Goblin di Shinya Tsukamoto, famosissimo e pluripremiato autore giapponese, qui alle prese con il secondo lungometraggio della carriera dopo il successo clamoroso del capolavoro del cyberpunk Tetsuo (Tsukamoto accetta su commissione il progetto di Hiruko the Goblin, basato sul manga di Daijiro Morohoshi, per poter accumulare i fondi necessari alla realizzazione delle altre opere a cui stava lavorando all’inizio degli anni ’90, come Tokyo Fist e Bullet Ballet).

Shinya Tsukamoto fa sfoggio di un talento fuori dal comune e inventa delle immagini eccezionali, tra le quali spiccano le animazioni stop-motion e gli effetti pratici che conferiscono all’opera una sensazione di tattile paragonabile solo ai lavori di Sam Raimi e John Carpenter.
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