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Nuove uscite in tre righe: film e serie tv per ottobre 2023 Parte 2

Torna la newsletter di Freaking News, Nuove uscite in tre righe, con una panoramica sulle ultime novità dal mondo dei film e delle serie tv.

Altro appuntamento con Nuove uscite in tre righe, la newsletter di Freaking News: perché ottobre 2023 è stato ricchissimo e una sola puntata (la trovate qui) non ci bastava.

Senza ulteriori indugi, buona lettura e buona visione.

Inu-ho, recensione

Una festa per gli occhi, la mente, lo spirito, un film libero da ogni convenzione – anche libero di estenuare – e animato divinamente, distribuito nelle sale italiane dal 12 ottobre da Hikari e Double Line.

L’autore di Mind Game Masaaki Yuasa si conferma un grande dell’animazione.

Fair Play, recensione

Confesso di essermi approcciato a questo thriller erotico di Netflix, da giorni primo in classifica sulla piattaforma, con lo snobismo e la puzza sotto il naso che di solito si riservano ai thriller erotici per il grande pubblico generalista, soprattutto quelli realizzati dai servizi di streaming, e ancor di più a quelli che schizzano al primo posto della top10 da un giorno all’altra a suon di viralità.

E infatti il mio istinto non mi ha tradito: un film biasimevole.

Ballerina, recensione

Uno di quei curiosi casi di ‘film omonimo dalla trama più o meno simile’ in grado di anticiparne un altro presto in arrivo: stiamo parlando ovviamente di Ballerina di Lee Chung-Hyun, thriller action sudcoreano con lo stesso titolo e la premessa quasi identica al futuro Ballerina di Len Wiseman, thriller action hollywoodiano con Ana de Armas spin-off cinematografico della saga di John Wick (il secondo spin-off ufficiale del franchise con Keanu Reeves dopo la serie tv The Continental).

Purtroppo però nemmeno guardandolo con gli occhi del mio incommensurabile e sempiterno amore per Jeon Jong-seo posso fingere che abbia un senso un film così tanto nato già morto, sorpassato, figlio di un’estetica in ritardo di dieci anni: l’unica cosa che funziona è la suoneria del cellulare, forse poco altro, ma soprattutto la suoneria del cellulare.

One fine morning, recensione

Che gran film sugli oggetti, su ciò che dicono di noi e i segreti che per noi racchiuderanno quando ce ne saremo andati: dopo il ‘così-così’ con cui avevo giudicato il precedente Bergman Island, la regista Mia Hansen-Løve torna ai livelli che le spettano.

E che attrice che è Lea Seydoux.

Sound of freedom, recensione

Fenomeno box office dell’anno negli Stati Uniti, premiato principalmente dal pubblico trumpiano, che fa per l’estrema destra complottista quello che Barbie di Greta Gerwig ha fatto per la sinistra woke, ma senza Margot Robbie la partita sembra persa in partenza.

Che poi sia anche un film tremendo non è che aiuti molto, ma l’operazione commerciale (dimostratasi vincente: il film, costato due lire, è tra i migliori 20 incassi del 2023 sul mercato domestico) è a dir poco interessante e apre a scenari rimasti largamente ignorati finora.

Targets, recensione

Questo fottuto capolavoro dell’alba della New Hollywood, il primo film che il compianto Peter Bogdanovich diretto firmandolo col suo vero nome (dopo che per il vero esordio alla regia, Voyage to the Planet of Prehistoric Women, uscito nello stesso anno – 1968 – per la produzione di Roger Corman, l’autore utilizzò lo pseudonimo Derek Thomas – è uscito in una nuova versione bluray da un restauro in 4K edita dal British Film Institute, ad un prezzo molto più umano rispetto a quello della vecchia versione della Criterion Collection.

Una di quelle rare volte, nella storia del cinema, in cui un regista realizza un’opera magna già col primo film, includendo in 90 minuti tutta la propria poetica degli anni e dei lavori successivi: due anni prima di The Last Picture Show, Bogdanovich già raccontava la morte del cinema (al cinema) attraverso il declino di una società alla deriva.

I mercenari 4, recensione

Che si può dire di più che il film (o anche solo il trailer qui sotto, basta quello) già non dica per sé?

Anatomia di una caduta, recensione

Un altro processo, dopo quello magistrale messo in scena da William Friedkin in The Caine Mutiny, che dopo la Palma d’Oro a Cannes 2023 (molto generosa, come accade da qualche anno a questa parte) si prepara a debuttare in Italia prima alla Festa del cinema di Roma, poi nelle sale con Teodora Film dal 26 ottobre.

La storia di una donna, o meglio di un processo, quello che si scatena e appassiona i media dopo la morte di suo marito, processo che come in un giallo televisivo parte nei primissimi minuti con una morte misteriosa: incidente?, suicidio?, omicidio? Il lavoro della regista Justin Triet è apprezzabile per come tenta di non fare il solito film, di montare il ritmo e di scandire il racconto con sempre nuove svolte, e soprattutto di rappresentare nei dettaglio cosa accade dopo un presunto crimine, le parti che vengono scelte, le discussioni che si tengono vicino e lontano dai microfoni.

La ricerca del realismo estremo però stona con quegli stessi meccanismi cinematografici che rendono appassionante il racconto.

Justified: City Primeval, recensione

Il ritorno di un personaggio cult e di una serie indimenticabile, per un revival coi fiocchi: quindici anni dopo gli eventi della serie originale Justified, lo sceriffo federale Raylan Givens ha lasciato il Kentucky e sta cercando di trovare un equilibrio tra la vita da US Marshall e il nuovo ruolo di padre part-time di una ragazza adolescente. Ma la legge lo chiama nella violentissima città di Detroit, sulle tracce di un sociopatico e un formidabile avvocato difensore.

Per i fan di Timothy Olyphant (alla seconda vittoria in revival, dopo il grande film di Deadwood), dei cappelli da cowboy e del sempre sia lodato Elmore Leonard. In Italia è disponibile su Disney+.

Once upon a studio, recensione

Il 16 ottobre 2023 Disney festeggia i 100 anni: un secolo dal giorno in cui, per la prima volta, Walt e suo fratello Roy presentarono al mondo intero la loro creazione, portando un’era di meraviglie nella vita di milioni di persone.

In Once Upon a Studio, cortometraggio disponibile su Disney+ per celebrare questo importante traguardo, i personaggi più amati dei Walt Disney Animation Studios si ritrovano in una divertente reunion sui generis, con ben 543 superstar Disney da oltre 85 lungometraggi e corti Disney: tra eroi e antagonisti, principi e principesse, aiutanti e stregoni, tutti insieme appassionatamente in un mix di live-action, computer grafica e animazione tradizionale, dieci decenni riassunti in pochi, mitici istanti.

Matteo Regoli

critica i film, poi gli chiede scusa si occupa di cinema, e ne è costantemente occupato è convinto che nello schermo, a contare davvero, siano le immagini porta avanti con poca costanza Fatti di Cinema, blog personale

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