
Futurama – Recensione della stagione revival di Disney+
Dopo una brevissima pausa durata appena dieci anni, Futurama è tornato con una stagione revival, tecnicamente l’11esima, che sarà disponibile in esclusiva sulla piattaforma di streaming on demand Disney+ a partire dal prossimo 24 luglio con un episodio a settimana per un totale di dieci nuovi appuntamenti con i mitici personaggi creati da Matt Groening e David X. Cohen.
Uscito nuovamente (e trionfalmente) dalla capsula criogenica di questo lungo iato di programmazione, Futurama si ripresenta ai vecchi fan e tende la mano agli spettatori delle nuove generazioni: le puntate inedite dell’undicesima stagione sono infatti adatte a tutti, tanto ai nuovi arrivati, che potranno iniziare la serie comodamente da questo revival, quanto agli appassionati di lunga data, che avranno finalmente le risposte che aspettavano da un decennio: come si è evoluta l’epica storia d’amore tra Fry e Leela, cosa nasconde la lettiera di Nibbler, che ne è stato dei girini di Kif e Amy e soprattutto dell’iconico (e malvagio) Babbo Natale Robot?
Allacciate le cinture, si torna nella New York del 31esimo secolo!
Futurama, altro che nostalgia: la satira colpisce ancora
Al contrario della deludente serie tv di Netflix Black Mirror 6, con la nuova stagione di Futurama i creatori Matt Groening e David X. Cohen ci danno dentro con il tipico umorismo nero che ha contraddistinto le epocali stagioni originali, senza abbandonarsi alla facile nostalgia o snaturare il concept alla base della serie, ovvero reimmaginare il presente e le sue ridicole storture in chiave futuristica-fantascientifica.
Ecco quindi un episodio sullo streaming e il binge-watching, sulle piattaforme e l’industria televisiva associata alle intelligenze artificiali (coincidenza che sa di profezia, la nuova stagione di Futurama arriva mentre Hollywood è messa in ginocchio dagli scioperi dei sindacati degli sceneggiatori e degli attori, spaventati proprio dalle potenzialità che l’AI ha di rubargli il mestiere), oppure una puntata sui bitcoin, un’altra sui vaccini (nel 3023 abbiamo finalmente debellato il Covid-19) e un’altra ancora sulla cancel-culture. Niente di rivoluzionario o di mai visto prima, per carità, ma tutto riproposto dalla lingua tagliente di Futurama.

Se il comparto animato resta praticamente intatto rispetto al passato, senza impreziosirsi delle nuove vesti ‘più lucide’ che possono contraddistinguere ad esempio gli episodi inediti delle nuove stagioni de I Simpson, anche l’abilità nella satira – per fortuna – rimane inalterata, come se davvero Disney+ (e Hulu, che ha commissionato le nuove puntate e le distribuisce in Nord-America) avesse semplicemente ‘scongelato’ Futurama dalla sua capsula di criogenesi per buttarla nell’oggi e vedere come se la sarebbe cavata.
La risposta? Com’era lecito aspettarsi da un pezzo di storia della tv animata come Futurama.
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