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Hogwarts Legacy Recensione: la stravagante avventura di Andrew Biscuit

Hogwarts Legacy è il sogno bagnato di ogni amante di Harry Potter: la recensione del nuovo open world di Avalanche Software

Settembre 2018. Avevo appena ricevuto una copia di Spider-Man di Insomniac Games e, avviato il gioco, la mia prima reazione è stata quella di chiamare mio padre, primo vero fan dell’arrampica muri, per mostrargli il realismo nei movimenti con cui l’eroe Marvel volteggiava tra i grattacieli di New York.

Sono passati quasi cinque anni da quel giorno. Faccio partire Hogwarts Legacy e, ancora una volta, ho chiamato la mia ragazza per iniziare insieme la nuova avventura di Avalanche Software. Così come i libri prima e i film poi, anche il nuovo videogioco open world che si ispira all’universo letterario di JK Rowling, è stato, in questi giorni, il nostro rifugio, un punto di riferimento in cui rintanarsi, come quando fuori piove e l’unica soluzione è quella di accendere il lettore bluray, copertina sulle gambe, collection di Harry Potter e via con la maratona.

La scelta della casa

Il tempo vola. Dopo un’oretta di prologo che, così tanto per dire, mi ha portato a tutta velocita anche attraverso le tortuose gallerie della Gringott (nel frattempo sul mio viso si stava costruendo, sequenza dopo sequenza, un sorriso a trentadue denti misto a stupore e lacrime di gioia), arrivo finalmente a Hogwarts pronto per essere smistato in una delle quattro case. Avevo già fatto il test su Pottermore: l’esito del questionario mi aveva dato Tassorosso, il cui stemma è immortalato fieramente sulla mia gamba (seguite Arianna FreezingMoon Tattoo su Instagram).

Sono però costretto a ripetere la prova perché non ricordo i dati di accesso – avrei potuto saltare lo smistamento se avessi inserito le giuste credenziali – e casualità vuole che sono nuovamente, dopo aver risposto a un paio di domande del Cappello Parlante, un Tassorosso. Raggiungo la sala comune: è il momento di chiudere gli occhi per far passare alcune ore prima di prendere parte alla mia prima lezione di sempre, Difesa contro le Arti Oscure.

Finalmente imparo a sparare incantesimi, neanche avessi un revolver tra le mie mani, alla velocità della luce. Mando KO il mio compagno Sebastian Sallow, e scopro anche che per annientare il “Protego” del mio rivale, devo lanciare una magia dello stesso colore della sua barriera protettiva: ad esempio, Incendio è rosso mentre Accio è di colore blu.

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In questo caso, per rompere la barriera ci serve un incantesimo di colore Blu

Sarà poi fondamentale capire l’importanza di concatenare incantesimi diversi – ed eventualmente potenziarli spendendo l’esperienza nei talenti a disposizione – per ridurre rapidamente la salute del nemico. Con Glacius congelo quel maledetto ragno che ha deciso di caricarmi senza pietà e dopo, con Incendio, gli faccio prendere letteralmente fuoco, massimizzando il danno. Se Ron Weasley avesse saputo di questa devastante combo. Alcuni incantesimi, tuttavia, li “sbloccheremo” partecipando a svariate lezioni private, previo il completamento di specifici incarichi richiesti dai professori, totalmente slegati dall’incantesimo in sé, che spezzano per certi versi “la magia” dell’apprendimento con i compagni: prova quella pozione, rompi quel palloncino e, solo dopo, potrai imparare Repulso.

L’arrivo a Hogsmeade

Passano altre tre ore e mi ritrovo a Hogsmeade. Un salto veloce, per gustare una Burrobirra, ai Tre Manici di Scopa, per poi passare da Olivander (non il nostro Olivander attenzione) a prendere la mia nuova bacchetta: per trovare quella giusta, ho messo a soqquadro tutti gli scaffali ordinati con cura dal proprietario della bottega, in uno dei tanti omaggi ai libri di Harry Potter (qui il nostro Matteo vi svela alcune curiosità legate alla saga).

Infine, prima di tornare al castello, compro la mia prima scopa. Ecco allora che Hogwarts Legacy mi regala un’altra operazione nostalgia, il momento (personale) probabilmente più forte dell’intera produzione. Mi sollevo in aria e parto a tutta velocità in direzione della scuola. Una sensazione di libertà mi invade: che meraviglia volare con la scopa e sorvolare le guglie del castello, tuffarsi in picchiata verso il campo da Quidditch, toccare la superficie del lago vicino Hogwarts e buttare un occhio a quel ponte che, fra decine e decine di anni, crollerà grazie a Neville durante i Doni della Morte Parte 2, quando un solo ragazzo riuscì a fermare mezzo esercito di Tu Sai Chi (che per la cronaca, manca come non mai a un racconto che ci chiederà di investigare su una magia antica in quanto sembriamo gli unici in grado di padroneggiarla).

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Il senso di scoperta è potentissimo sia fuori dalle mura della scuola di magia e stregoneria sia all’interno delle stesse. Fatevi un giro al Bagno dei Prefetti, dopo aver aperto la serratura con Alohomora (c’ho messo trent’anni a capire il minigioco); scambiate quattro chiacchere con Nick Quasi Senza Testa; intrufolatevi nel settore proibito della biblioteca nel tentativo di sfuggire a Pix e in ultimo, entrate nella Stanza delle Necessità per costruire il vostro piccolo rifugio del cuore (ma accollarvi anche un lento crafting). Per quanto tutto funzioni, e sinceramente a me andrebbe anche benissimo così, ci sono alcune criticità che mi sento di dover sottolineare.

I pericolosi dungeon di Hogwarts Legacy

Naturalmente, la nostra vita a Hogwarts non sarà tutto rosa e fiori. Ogni tanto, toccherà avventurarsi in pericolosi ma al tempo stesso meravigliosi dungeon, perché, d’altronde, chi è più preparato di un allievo del quinto anno per affrontare giganteschi troll da caverna. L’atmosfera, nel suo complesso, funziona, i combattimenti anche, peccato che si percepirà, nel lungo periodo, una certa ripetitività di fondo, soprattutto negli enigmi ambientali, i quali verranno reiterati più volte all’interno dello stesse aree da esplorare.

Inoltre, l’open world di Hogwarts Legacy, nonostante sia bellissimo da vedere, risulterà un po’ vuoto – a mano a mano che ci si allontana dal castello – e riempito di incarichi e missioni secondarie tipiche del genere videoludico di appartenenza. Credo però che, in generale, possa essere particolarmente difficile sviluppare un videogioco che riesca, contemporaneamente, a costruire una grande storia, a far evolvere tutti i suoi personaggi e a farci giocare e vivere mille avventure mentre Hogwarts e le vaste campagne intorno ad essa esplodono di vita. Ad ogni modo, ritengo sia giusto fare i complimenti ad Avalanche Software per aver realizzato un gioco che è una vera e propria lettera d’amore a tutti i Potterhead.

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“C’è qualcosa in Harry Potter che rende la vita più ricca, come quando le cose si fanno davvero buie e i tempi sono davvero duri. Le sue storie ci danno luoghi in cui possiamo andare, dove possiamo riposare, sentirci abbracciati…”. Emma Watson – Harry Potter Reunion. Sostituire Harry Potter con Hogwarts Legacy.

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Andrea Baiocco

Amo la birra, il basket e i videogiochi. Sogno un'Ipa al pub con Kratos e una scampagnata con Nathan Drake. Scrivo su Lascimmiapensa e su Everyeye mentre provo a parlare su Freaking News.

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