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Lies of P Recensione

Lies of P Recensione: il miglior soulslike non From Software

Lies of P è una canzone il cui ritmo va imparato a memoria oltre che il miglior soulslike non pubblicato da From Software: la recensione

Cosa c’entrano Mannarino, la sua canzone Me so ‘mbriacato e Lies of P? Nulla direte voi e, invece, voglio iniziare a parlarvi del nuovo Soulslike sviluppato da Neowiz Games e Round8 Studio – disponibile su console Playstation, PC, Xbox e al day one su Xbox Game Pass (qui tutti i giochi di Settembre 2023 disponibili su Xbox Game Pass) – proprio partendo da uno dei pezzi più noti del cantautore romano.

La scorsa settimana ero in un bar a prendere la più classica delle birre del venerdì e, tra una chiacchera e un’altra, le casse hanno iniziato a riprodurre la canzone di cui sopra. Il mio istinto è stato quello di battere la mano a tempo sul bancone mentre aspettavo il refill del mio boccale, notando però che l’entrata nel ritornello del cantante arrivava quei centesimi di secondo in ritardo rispetto al movimento del mio braccio.

Ho preso il telefono e ho scritto sul gruppo Whatsapp di Freaking News le seguenti parole: “Stavo ascoltando la canzone ‘Me so ‘mbriacato’ notando che, tra il mbria e il cato, Mannarino aspetta qualche secondo prima di entrare nel ritornello. Io battevo la mano sicuro di centrare il momento esatto in cui la sua voce avrebbe ripreso a cantare e, al contrario, continuavo a sbagliare (per essere chiari, non ero, ancora, brillo).

Ci sono voluti tre errori prima di intuire l’intervallo di tempo corretto per colpire il bancone. Lo stesso vale per i parry in Lies of P, perché i boss ritardano spesso i loro movimenti prima di attaccare, facendoti mancare la parata all’ultimo secondo. Sei convinto che l’affondo stia per arrivare e, viceversa, ti ritrovi con la vita dimezzata. Per fortuna, dopo svariate morti, impari e tutto diventa in discesa“.

Una questione di parry

Lies of P o per dirla all’italiana, Le Bugie di Pinocchio, è un’affascinante e ben scritta rivisitazione, dai toni dark e talvolta orrorifici, della favola di Carlo Collodi. Prima di chiudere il background narrativo del titolo, giusto un altro paio di appunti. I finali del racconto sono molteplici e determinati dalle scelte che si compiono e dalle bugie che si decidono di dire dialogando con gli NPC del gioco (si, ci sono anche il Gatto e la Volpe). Infine, un particolare ‘degno di nota’: come intuirete dal volto del protagonista, Pinocchio sembra interpretato, anche se non in via ufficiale, dall’attore Timothée Chalamet. Convenevoli fatti, passiamo alla parte giocata.

Avevo ipotizzato, nel provato della demo, che Lies of P si sarebbe avvicinato molto di più a Sekiro che a Bloodborne (qui il resoconto della demo di Lies of P) e, arrivato ai titoli di coda, posso confermarvelo in toto. Se è vero che in certi scontri, soprattutto contro i nemici standard come i burattini e i mini boss, la schivata di bloodborniana memoria è funzionale a velocizzare il combattimento, è altrettanto corretto evidenziare come nelle boss fight – sempre presentate da cutscene di qualità che omaggiano le entrate in scena tipiche From Software – la strategia cambi e questa volta è il parry ad essere imprescindibile se si vuol chiudere la pratica in modo rapido (e spettacolare).

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Come nell’avventura del Lupo, concatenare più parate di fila con il giusto tempismo – e sottolineo in grassetto che in Lies of P il parry è estremamente preciso – consente di ridurre la stabilità del boss fino a stordirlo, quando la sua barra della vitalità lampeggia, con un colpo caricato. Una volta placata la sua furia, diventa disponibile un coreografico attacco finale, unico per ogni arma, che infligge un notevole quantitativo di danni.

Per mettere in pratica quanto appena scritto, è quasi inutile dirvi che ci vorranno diversi tentativi: è di fondamentale importanza imparare i pattern offensivi dei boss e il timing delle loro legnate – come spiegavo in apertura c’è un maledetto delay in taluni moveset che vi manderanno più volte a vuoto – fino a che non sarete in grado di risolvere lo scontro quasi ad occhi chiusi. Tanta pratica, accettare la sconfitta e ricominciare perché è tutto una questione di ritmo. Attenzione però!

Questo non significa che non si riesca a sconfiggere il boss senza parry perché potete tranquillamente essere i maestri delle rotolate, dei dash e decidere di bloccare gli affondi mettendovi in posizione difensiva con largo anticipo aspettando l’impatto dello spadone (in quest’ultimo caso, la vostra salute diminuirà in base alla difesa dell’arma ma è possibile ripristinarla attaccando l’avversario). Tuttavia, lo scontro rischia di diventare piuttosto lungo, le probabilità di sbagliare si alzano e, di conseguenza, anche quelle di morire.

Chiudo qui la recensione di Lies of P…

Per me abbiamo già esaurito il discorso. Dico per davvero, perché tutto il resto si potrebbe riassumere – fatta eccezione per la mia unica nota dolente – in un paragrafo da trecento parole e poco più anche perché, al giorno d’oggi, sembra che la gente si sia stufata di leggere (purtroppo). Lies of P fa tutto quello che avrebbe fatto il buon Hidetaka Miyazaki con una sua IP. Notare bene: questa non è assolutamente una critica anzi, parliamo di un grande omaggio ai soulslike per quanto non innovi praticamente nulla di una formula ormai consolidata.

Il Braccio meccanico del Burattino, noto come Braccio Legione, sempre per rimanere in ambito Sekiro, è un’arma secondaria utile in più frangenti: ad esempio, quando ci si trova in ampi piazzali in cui la presenza di svariati nemici rischia di diventare proibitiva, il rampino diventa ottimo per attirare a noi i mob e ucciderli facilmente in 1vs1. In aggiunta alle tipiche build forza, destrezza e così via, il Cuore di Lies of P permette di sbloccare infinite abilità attive e passive per Pinocchio e costruire così un personaggio speculare al nostro stile di combattimento.

Lies of P Recensione 5

Il mondo di gioco, la città di Krat e i suoi dintorni, sono sia bellissimi da vedere, sia divertenti da esplorare, grazie a un level design che si sviluppa attraverso percorsi interconnessi e scorciatoie da sbloccare. Prima di raggiungerle, il consueto bagno nell’ansia “Riuscirò ad arrivare a quella porta che si apre solo da un lato prima di morire? Ho due ricariche di salute e se muoio, ho paura di perdere l’Ergo necessario ad incrementare il livello di Timothée Chalamet“. Nel mentre, un forziere a schermo interrompe il vostro flusso e innesta un altro pensiero “Chissà se quella cassa che brilla contiene un medaglione che aumenta di quattro punti la stamina. Non sembrano esserci neppure dei nemici nelle vicinanze, cosa mai potrebbe succedermi“.

…e invece no

Tutto oro quel che luccica? Ero convinto di sì fino alla ventisettesima ora della mia avventura (ho impiegato quasi 33 ore per completare la prima run di Lies of P). Ho notato la difficoltà del titolo piuttosto gestibile: i boss e i mini boss fanno male ma, una volta approfonditi, risultano tutto sommato arginabili e se siete in difficoltà, evocate un alleato senza farvi troppo problemi (non avvelenatevi l’animo per l’amor del cielo).

Ciononostante, l’ultimo dungeon l’ho trovato lungo e monotono, tanto da rompere l’immersione nel gioco che, fino a quel momento, pensavo fosse indistruttibile: sono a un passo dal finale, dal conoscere il destino di Pinocchio e Geppetto e, invece, mi ritrovo a fare su e giù in un livello troppo diluito, in special modo se paragonato alle altre aree visitabili, il cui ritmo rasenta la perfezione perché ben bilanciate tra esplorazione, segreti da scoprire e scontri al cardiopalma. “Ciliegina sulla torta”, un boss che, secondo me, è nettamente superiore a quello finale e davanti al quale mi sono presentato spompo e prosciugato dal mio incessante peregrinare (qui trovate la guida ai Boss di Lies of P).

Il soulslike di Pinocchio è una canzone tanto bella da suonare quanto ardua da imparare, un’esperienza ostica il giusto, con, forse, un unico vero picco di difficoltà. Oltre a portarsi a casa un bel voto, la nuova fatica di Round8 Studio mi ha insegnato una cosa di grande valore: mai giocare consecutivamente due produzioni che vogliono testare le tue capacità e la tua pazienza. Dopo Armored Core VI (se incuriositi, vi lascio la recensione di Armored Core VI), è stato il turno di Lies of P.

VOTO: 8/10

Andrea Baiocco

Amo la birra, il basket e i videogiochi. Sogno un'Ipa al pub con Kratos e una scampagnata con Nathan Drake. Scrivo su Lascimmiapensa e su Everyeye mentre provo a parlare su Freaking News.

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