Home » Marvel’s Spider-Man 2 Recensione: il grande sequel di Insomniac
Marvel's Spider-Man 2 Recensione

Marvel’s Spider-Man 2 Recensione: il grande sequel di Insomniac

Marvel's Spider-Man 2 rappresenta alla perfezione tutto ciò che è e dovrebbe essere il vostro amichevole Uomo Ragno di quartiere

È il 1998. Sono sdraiato sul divano mentre attendo con ansia l’inizio del mio cartone animato preferito. Parte la sigla sulla TV della serie Spider-Man – L’Uomo Ragno – realizzata dalla Marvel Films Animation e andata in onda tra il 1994 e il 1998 – e mi chiedo cosa succederà in questi venti minuti inediti. Sono felice. Ho al mio fianco due pupazzi di Spider-Man e la cena dovrebbe essere quasi pronta, poiché sento l’odorino delle polpette in cottura che inonda il soggiorno. Sono felice ma lo divento ancora di più quando scopro che nell’episodio odierno – che poi si sarebbe rivelato il primo di un trittico di puntate tra le migliori della serie – ci sarà la prima apparizione di Venom. Il simbionte si impadronirà prima del corpo di Peter Parker e, dopo che il protagonista riuscirà a liberarsene, di Eddie Brock.

Ho provato a spiegare in qualche riga la ragione per cui attendevo con ansia Marvel’s Spider-Man 2 (che ho inserito nella lista dei videogiochi più attesi dell’ultimo quadrimestre del 2023), la nuova esclusiva Playstation 5 di Insomniac Games: il grande approdo nella saga videoludica iniziata nel 2018 del simbionte Venom. Il villain – o antieroe – migliore di tutti, quello esteticamente più figo. L’unico che riusciva a scalzare Spider-Man dal mio personale podio del “E tu, se fossi un personaggio Marvel, chi vorresti essere?“.

Ciononostante, non voglio in alcun modo limitare Marvel’s Spider-Man 2 alla sola presenza dell’alieno – anche se, banalmente, la prima domanda che ci si pone è come Peter otterrà il simbionte e come si evolverà il suo personaggio anche in relazione all’altro protagonista utilizzabile in game, Miles Morales – perché c’è tanto altro di cui parlare e, sinceramente non vedo l’ora di farlo con voi tanto che, per approfondire ulteriormente il discorso, vi invito anche ad ascoltarvi l’episodio del Podcast dedicato in cima alla pagina.

Prendi una bella serata al Luna Park

A New York fa freschetto, le luci dello skyline della città illuminano la notte e Peter Parker, Mary Jane Watson e il ritrovato Harry Osborn decidono di passare una piacevole serata in compagnia al Luna Park della città. Tra amici di vecchia data, le ore scorrono via che è un piacere. Tuttavia, so già che sta per succedere qualcosa. Lo percepisco con i miei sensi di ragno che ho sviluppato nel tempo giocando ai videogiochi, leggendo fumetti e guardando film su film dell’arrampica muri. E infatti, neanche il tempo di finire il giro della ruota panoramica, che gli scagnozzi di Kraven, l’altro grande villain del titolo, si presentano nel parco divertimenti pronti a catturare nuove prede da dare in “pasto” al loro cacciatore.

Con Marvel’s Spider-Man 2 ho trovato quella sensazione di quotidianità che mi ha sempre trasmesso il mio personaggio Marvel preferito: due eroi che si devono destreggiare tra amori e amicizie; lavori da mantenere (Peter) e una vita universitaria che è lì lì per iniziare (Miles). Ma gli imprevisti sono dietro l’angolo ed ecco allora emergere quel senso del dovere e di responsabilità nei confronti di New York e della comunità che rendono giustizia alla famosa definizione “il vostro amichevole Spider-Man di quartiere.

Marvel's Spider-Man 2 Recensione 1

La grande bravura di Insomniac è proprio quella di rendere Miles Morales e Peter Parker due persone normali prima che supereroi, la cui vita di tutti giorni è lo specchio di quella di un ragazzo o una ragazza tra i diciotto e i trentacinque anni, indipendentemente dalla possibilità o meno, di sparare ragnatele per viaggiare tra i grattacieli di Manhattan. La storia principale ha un ottimo ritmo e ti tiene sempre attaccata allo schermo.

Ad integrare la main quest, ci sono poi le missioni secondarie la cui gestione da parte dello studio di sviluppo americano è risultata, a conti fatti, piuttosto interessante. Rispetto al precedente capitolo, la quantità di fetch quest è diminuita e il premio per il giocatore che deciderà di concluderle tutte sarà di tipo narrativo. Pertanto, seppur la gran parte degli incarichi siano ancora molto simili fra loro (non perdetevi la quest dei Seguaci della Fiamma), il loro completamento permette di avere un quadro completo del racconto diretto da Bryan Intihar e Ryan Smith.

L'Uomo Sabbia Marvel's Spider-Man 2

In aggiunta, c’è un altro aspetto da sottolineare legato alla suddetta gestione: le quest secondarie vengono presentate gradualmente sulla mappa, una scelta che non appesantisce la progressione nella storia principale. Così facendo, si ha tutto il tempo per portare avanti le diverse storyline, senza quella tipica ansia derivante dal vedere troppi indicatori a schermo che, in altri videogiochi open world, potrebbero finire per farti perdere la testa.

Venom in Marvel’s Spider-Man 2

Non disdegno il free-flow che abbiamo visto in diverse trasposizioni dei videogiochi dedicati ai supereroi. Certamente è un combat system di facile apprendimento e altamente spettacolare ma soprattutto, in questo caso specifico, ha la fortuna di essere cucito addosso alla versione videoludica di Spider-Man e giustificato principalmente dai sensi di ragno, che permettono di evitare ogni colpo nemico, anche quelli che provano a coglierti di sorpresa alle spalle.

Insomniac riprende i moveset e le abilità uniche di Peter Parker nel primo Marvel’s Spider-Man e di Miles Morales nell’omonima espansione e li integra con i gadget a disposizione dei due uomini ragno così che gli attacchi speciali dei due arrampica muri e i gingilli iper-tecnologici possano aiutarsi a vicenda fino a diventare, con il tempo, complementari fra loro: ad esempio, ho spesso combinato il gadget Ragnatela Traente, per attirare più mob nello stesso punto ed esporli ad attacchi ad aerea, con il devastante Schianto Venom di Miles. Ok, tutto ben noto. Ora però vi racconto cosa mi è successo quando, ludicamente parlando, il Simbionte si è impossessato di Peter Parker.

Lo Spider-Man con la tuta nera, come sinceramente speravo, ha cambiato totalmente la mia percezione del combattimento, trasferendomi gli stessi deliri di onnipotenza e di assuefazione – tanto da storcere il naso in quei casi in cui sono stato costretto per questioni narrative a riprendere il controllo di Miles Morales – che ha Peter Parker nel momento in cui saggia prima e masterizza poi gli infiniti poteri di Venom. Ho speso tutti i punti abilità accumulati nel ramo dello skill three dedicato al Simbionte; ho rinunciato allo stealth e a ogni altro approccio possibile al combattimento per buttarmi nella mischia a brutto muso per il puro godimento di menare, consapevole che nessuno avrebbe potuto intralciare la mia strada.

Si nota anche la trasformazione psicologica del nostro fotografo preferito: il nipote di zia May parla spesso con il nemico, cerca continuamente la sfida (non lo prende in giro come è solito fare), è arrabbiato e furioso, è…irriconoscibile, anche agli occhi delle persone che ama. L’introduzione del Simbionte – c’è anche un altro turning point di spessore che non voglio in alcun modo spoilerare – segna un punto di svolta a livello di gameplay, generando una rottura in un sistema di combattimento che, al di là della gestione dei gadget, dei poteri speciali e del parry (l’altra novità), rimane bene o male il medesimo per tutta l’avventura.

È il 2023…sei ancora felice

Arrivo alla fine di Marvel’s Spider-Man 2 e una serie infinita di domande iniziano a bombardare il mio cervello, del tipo: “Come si evolveranno le vite dei personaggi che mi hanno accompagnato in questa nuova storia? Quali sono i nuovo piani di Insomniac Games?” Quesiti che mi perseguitano come il simbionte che si impadronisce del mio cervello. Finiscono i titoli di coda e ad appesantire il carico dei film mentali che mi sto facendo in testa, ci pensa la scena post credit. Già so che ne voglio ancora, che non vedo l’ora dell’annuncio di un DLC.

Penso che forse questo secondo capitolo della saga Playstation dell’Uomo Ragno sia durato troppo poco – tranne le sessioni con Mary Jane, quelle durano sempre troppo e, anche se leggermente migliorate rispetto al primo capitolo, mostrano in modo evidente tutti i limiti dell’Intelligenza Artificiale dei nemici – ed è la prima volta che rifletto su questo tema da chissà quanto tempo. In fondo però, so bene che la longevità dell’opera si sposa alla perfezione con il mio modo di intendere i videogiochi (solitamente mi piace andare dritto al punto senza distrazioni).

Marvel's Spider-Man 2 Recensione 2

Sono felice come quando guardavo la serie animata di Spider-Man degli Anni Novanta. Ora scappo in fumetteria per rimanere ancora per un po’ dentro questo universo, nonostante non abbia la benché minima idea di quale fumetto comprare, visto che non ne acquisto uno da almeno una decina d’anni. Per questa stessa e ultima ragione, una volta tornato a casa, mi rivedrò prima Spider-Man: Into the Spider-Verse e poi, finalmente, recupererò Spider-Man: Across the Spider-Verse (qui a proposito, la nostra recensione di Across the Spider-Verse) in attesa di volare nuovamente fra i grattacieli di Manhattan.

8.5/10

Andrea Baiocco

Amo la birra, il basket e i videogiochi. Sogno un'Ipa al pub con Kratos e una scampagnata con Nathan Drake. Scrivo su Lascimmiapensa e su Everyeye mentre provo a parlare su Freaking News.

Altri da leggere

Post navigation

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *