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Mission Impossible Dead Reckoning Parte 1 Recensione

Mission: Impossible – Dead Reckoning: Recensione della Parte Uno con Tom Cruise

Abbiamo visto in anteprima Mission: Impossible - Dead Reckoning, settimo capitolo della mitica saga action con Tom Cruise: la recensione.

“A Tom Cruise Production”: questa la didascalia che, dopo circa un quarto d’ora in cui accade praticamente di tutto, tra una nuova Caccia all’Ottobre Rosso ai tempi dell’intelligenza digitale, una sparatoria nel deserto al centro dell’imponente set di una cittadina diroccata investita da una tempesta di sabbia e un’infiltrazione (con maschera, un classico della serie che tornerà a più riprese in questo settimo episodio) negli uffici degli alti papaveri governativi, dà il via alla sigla di Mission: Impossible 7 – Dead Reckoning: Parte Uno, primo atto del gran finale (?) della saga con protagonista Tom Cruise, ancora una volta diretto dal fedele sodale Christopher McQuarrie (alla terza regia del franchise, già diventate quattro con Dead Reckoning: Parte Due in arrivo il prossimo anno).

E da quel momento in poi, lungo l’arco dei suoi imponenti 163 minuti (qualcosina di meno rispetto al ben più ‘volgare’ John Wick 4 (qui la nostra recensione di John Wick 4), Mission: Impossible – Dead Reckoning ci spiega che cosa sia una ‘Tom Cruise Production’, ricordandoci anche i come e i perché questa saga cinematografica, nata dall’omonima serie televisiva degli anni ’60 e musicata dal celebre tema di Lalo Schifrin, abbia prodotto il miglior filone action del cinema hollywoodiano degli ultimi trent’anni.

Mission: Impossible 7, il lungo addio di Tom Cruise

McQuarrie, come detto al suo terzo episodio del franchise dopo Rogue Nation e il mirabolante Fallout (senza contare una riscrittura totale ma non accreditata della sceneggiatura del quarto film, Protocollo Fantasma, diretto da Brad Bird), con Mission: Impossible – Dead Reckoning prosegue nell’umanizzazione del protagonista Ethan Hunt mentre, almeno apparentemente, avvia la serie lungo i binari di una conclusione che fin dal via dimostra un afflato epico e un’ambizione paurosa.

La scelta del nemico – un’intelligenza artificiale virtualmente immortale e semi-invisibile in grado di agire nel cyberspazio come ‘la spia perfetta’ e capace già da sola, figuriamoci se controllata dalle persone sbagliate, di ribaltare le dinamiche globali e perché no porre fine alla civiltà così come la conosciamo – riassume bene l’approccio del duo Cruise/McQuarrie, quel conflitto digitale vs analogico che è la natura stessa di Mission: Impossible e la sua spericolata testardaggine nel voler creare dal vero le scene d’azione più pericolose e incredibili possibili.

Ethan Hunt è un eroe vecchio stampo che agisce in un mondo in cui tutto è virtuale e i nemici sono diventati algoritmi in grado di prevedere ogni sua mossa, proprio come Tom Cruise agisce davanti ai nostri occhi rifiutando l’uso di CGI per le sue acrobazie più impensabili (se ve la siete persa, ecco la nostra classifica dei Migliori Film di Tom Cruise oltre a Mission: Impossible).

Mission Impossible Dead Reckoning Parte 1 Recensione 1

Raramente l’arte cinematografica ha usato gli effetti pratici in modo così efficace, sorprendente e sbalorditivo come nelle ‘Tom Cruise Production’: che si tratti di un lunghissimo e spettacolare inseguimento per le strade di Roma (fatti da parte Fast & Furious 9) o di un salto in motocicletta da una rupe (con caduta libera a strapiombo e conseguente apertura del paracadute), di un meraviglioso e scenografico combattimento in uno strettissimo vicolo di Venezia o di una corsa sul tetto di una vera locomotiva in movimento (veicolo dalla tradizione cinematografica centenaria, si pensi a The General di Buster Keaton, l’antenato del cinema action). Semplicemente, Mission: Impossible – Dead Reckoning fa cose che nessun altro film ha mai fatto prima, e in questo modo ci racconta la continua fusione tra protagonista della storia e protagonista del film: Ethan Hunt rischia la vita come Tom Cruise rischia la vita.

Meno ‘perfetto’, in senso stretto, di Mission: Impossible – Fallout (il miglior action del secolo dopo Mad Max: Fury Road) e con forse qualche zigzag narrativo di troppo, Mission: Impossible – Dead Reckoning: Parte Uno è comunque una vittoria su tutta la linea per Tom Cruise e Christopher McQuarrie: con il suo sarcasmo irresistibile, le sue divertenti dinamiche alla Lupin III (c’è un ispettore Zenigata, c’è una sorta di Fujiko, c’è perfino la 500 gialla de Il castello di Cagliostro di Hayao Miyazaki) e soprattutto con la capacità fuori dal comune di trasformare ogni singola sequenza action in un punto chiave della vicenda, con la posto in gioco sempre altissima e la sensazione di trovarsi sempre di fronte ad un momento decisivo, questa Parte Uno riesce nella missione impossibile di rendere impensabile una Parte Due.

Che cosa avranno mai in serbo per il finale, se l’inizio è questo qui?

VOTO: 4,5/5

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Matteo Regoli

critica i film, poi gli chiede scusa si occupa di cinema, e ne è costantemente occupato è convinto che nello schermo, a contare davvero, siano le immagini porta avanti con poca costanza Fatti di Cinema, blog personale

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