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Mrs. Davis Recensione: la ricerca del Santo Graal secondo Damon Lindelof

In Mrs. Davis, il creatore di The Leftovers e Watchmen Damon Lindelof continua a ragionare su fede e tecnologia, con risultati sorprendenti.

In Mrs. Davis, nuova serie esclusiva della piattaforma di streaming on demand Peacock, il creatore di The Leftovers e Watchmen Damon Lindelof continua a ragionare su fede e tecnologia, giungendo a risultati sorprendenti sia dal punto di vista stilistico che da quello contenutistico.

Ritrovando nel ruolo della protagonista l’attrice Betty Gilpin, già al centro del bellissimo e super-politico thriller The Hunt (film sullo stile di Battle Royale di Kinji Fukasaku scritto da Lindelof e diretto dal regista di The Leftovers Craig Zobel uscito all’inizio della pandemia e purtroppo largamente ignorato in Italia), Lindelof torna sui temi cardine del suo lavoro, come lo scontro tra religione e scienza e le diverse concezioni dell’esistenza, dal determinismo alla predeterminazione divina, per la prima volta però virate su temi spiccatamente (auto)ironici, a metà tra la parodia, la satira e un approccio post-modernista alla narrazione.

Il tutto a partire da quello che la serie stessa definisce ‘la premessa più abusata di tutte’, la ricerca del Santo Graal.

Mrs Davies e l’ultima crociata

Come fosse una novella Indiana Jones operativa in una società utopistica nella quale l’umanità – o meglio, la maggior parte di essa – risponde ad un’app barra intelligenza artificiale conosciuta come ‘Mrs Davies’ e che è sostanzialmente l’equivalente tecnologico di Dio, la serie racconta la storia di Sorella Simone, una delle poche persone apertamente contraria all’uso di questa app miracolosa che un giorno finisce con l’accettare di svolgere una ‘quest’ affidatale proprio dalla sua insistente arcinemica digitale: trovare il Santo Graal, la coppa di Cristo. In cambio, qualora Simone dovesse riuscire nell’impressa, Mrs Davies accetta di disattivarsi per sempre.

Chiaramente questa è solo la premessa, e nel corso degli episodi il mondo creato da Damon Lindelof e dalla co-creatore Tara Hernandez non farà che espandersi: tra l’assurdismo dei capolavori della letteratura post-moderna come ‘Infinite Jest’ o ‘L’arcobaleno della gravità’, Mrs Davies spazia tra ampie digressioni e trovate tra il genio e la follia che sono già cult (whattafffuck, le definirebbe Nanni Moretti), come il contest per la Excalibur gigante il Papa sostituito da un doppio, senza contare la storyline legata ai genitori della protagonista (con il mitico David Arquette nei panni del padre, un famoso mago e prestigiatore) e quella sotterranea della ‘Resistenza’, un gruppo di ribelli anti-Mrs Davies che sembra uscito dalla mente di Thomas Pynchon.

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E dopo aver teorizzato il nuovo aldilà in The Leftovers e aver portato sulla Terra Dio con il sequel di Watchmen di HBO, lo scontro tra fede e ragione, cardine principale della poetica di Damon Lindelof dai tempi di Lost, in Mrs Davies si gioca su un piano differente: ancora una volta, dopo la serie di supereroi premiata agli Emmy, l’autore ragiona sul concetto di libero arbitrio comparandolo al ruolo degli attori all’interno di una storia, e giocando quindi su tutti quei paradossi che si vengono a creare in una narrazione nella quale i protagonisti sono convinti di trovarsi all’interno di una grande storia scritta per loro da qualcun altro.

Tra colpi di scena magistrali, quesiti filosofici e assurdità da mani nei capelli, il nuovo capitolo del Lindelof Cinematic Universe si smarca dalle aspettative, crea sempre nuovi spunti e si ritaglia un posto assicurato tra le migliori serie tv del 2023 (qui invece le migliori Serie Tv del 2022).

Voto: 4,5/5

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Matteo Regoli

critica i film, poi gli chiede scusa si occupa di cinema, e ne è costantemente occupato è convinto che nello schermo, a contare davvero, siano le immagini porta avanti con poca costanza Fatti di Cinema, blog personale

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