
Nikola Jokic: l’MVP della Finale NBA e dei Denver Nuggets
Ebbene sì, i Denver Nuggets sono per la prima volta campioni NBA.
Ora, nonostante più di una volta nell’arco di queste Finals 2023 mi sia saltata all’occhio un’impeccabile organizzazione di squadra e un coinvolgimento sinergico di tutti i componenti del gruppo, è giusto chiudere il sipario della stagione dando credito e meriti a quello che, attualmente, è il giocatore più forte che si possa ammirare sul parquet, Nikola Jokic. Uno che, tra una gara di equitazione e l’altra, trova anche il tempo di portare i suoi Denver Nuggets – con uno score totale nei playoff 2023 che dice 16 vittorie e solo 4 sconfitte – alla conquista del titolo.
Da Sombor, in Serbia, alla conquista degli States, giocando una pallacanestro celestiale. Il sole del sistema Nuggets costruito da coach Malone con cura maniacale, un sistema in cui tutti i giocatori devono essere costantemente pronti a ricevere un cioccolatino serbo da trasformare in due o tre punti. Inoltre, Jokic e Jamal Murray (qui il nostro approfondimento su Jamal Murray), formano la coppia più forte al momento in NBA e, come canta il Liga, “il meglio deve ancora venire“: la squadra di Denver si prepara a dominare la lega per i prossimi cinque – sei anni (almeno).
Un giocatore diverso da tutti gli altri
Nikola Jokic arriva in NBA con la 41esima scelta nel draft del 2014, accolto da uno scetticismo generale a causa della struttura fisica. Dopo la sua prima annata da rookie, nella sua seconda stagione tra gli alieni americani, fa già intravedere ottime qualità come realizzatore, rimbalzista e passatore, collezionando moltissime doppie doppie che gli valgono il secondo posto nella corsa al Most Improved Player del 2016 – 2017, dietro a Giannis Antetokoumpo.
Nei due anni successivi, nelle stagioni 2017 – 2018 e 2018 – 2019, mette a referto la tripla doppia più veloce della storia NBA, in 13 minuti effettivi di gioco; come se non bastasse, realizza anche la prima tripla doppia dai tempi di Wilt Chamberlain con il 100% di canestri realizzati dal campo. Nel 2020 – 2021, viene eletto per la prima volta MVP di regular season, chiudendo la stagione con 26.4 punti, 10.8 rimbalzi e 8.3 assist di media a partita. Mai nessuno prima di lui aveva ricevuto tale riconoscimento con una lottery pick più bassa della 15esima posizione. Si riconferma MVP della stagione regolare anche l’annata successiva, durante la quale realizza 19 triple doppie in totale.

Una crescita costante, per un ragazzo che arrivò in NBA in sovrappeso e con un approccio alla pressione mediatica quasi innaturale, mai appariscente, mai fuori luogo o sopra le righe. Uno sviluppo che raggiunge il culmine proprio nell’annata appena conclusasi, con innumerevoli record polverizzati mentre trascina i suoi Nuggets nei playoff e aprendo gli occhi al mondo sulla sua impressionante completezza come giocatore.
Il rompicapo Nikola Jokic
Giocare contro Jokic equivale a risolvere rebus senza risposta o a una partita a scacchi contro un computer quantistico di una civiltà al quarto stadio evolutivo.
In termini più accessibili, talmente difficile da risultare impossibile. Oltre ad essere un mago del rimbalzo difensivo grazie al suo ottimo senso della posizione, al suo incredibile agonismo e alla sua prestanza fisica, è abilissimo nelle letture di gioco in fase difensiva come in quella offensiva. Non a caso è stato anche il sesto giocatore della storia a concludere una stagione guidando la propria squadra per punti, assist, rimbalzi, stoppate e palle rubate.
Giusto per darvi una dimensione dell’efficacia del suo apporto in attacco. Lo marchi stretto? Lui è capace di mettere in ritmo tutti i suoi compagni, di premiare i tagli con passaggi no look, facendo abboccare la squadra e lo staff avversari, come anche l’intera arena; gli lasci più spazio per il tiro e cercare così di limitarne le letture offensive? Il peggiore scenario è subire 40 punti e 20 rimbalzi, anche e soprattutto nei momenti clutch della partita. Impegnarlo difensivamente per limitarne l’efficacia in attacco? La diretta conseguenza è che le percentuali dell’attaccante scendano vertiginosamente.

La ciliegina sulla torta? Dopo aver terminato una stagione clamorosa, sfiorando per la terza volta consecutiva il premio di MVP e vincendo per la prima volta quello del miglior giocatore delle Finali NBA in cui registra numeri da capogiro, come i più di 2000 punti,1000 rimbalzi e 800 assist in una singola stagione, regala ai giornalisti l’ennesima, indimenticabile, perla. Il nostro buon Nikola, infatti, si concede la lussuria di confidare ai microfoni sportivi più importanti, che per quanto la vittoria lo gratifichi, nessuna parata in giro per la città di Denver è equiparabile a una corsa di equitazione dei suoi cavalli, nel suo paese nativo. Semplicemente, Nikola Jokic, la faccia dell’NBA di oggi, un giocatore unico di cui gioire e godere per il resto dei nostri giorni.
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