
Nuovi film in tre righe: il meglio e il peggio della settimana #5
Al cinema e sulle piattaforme di streaming potete trovare tantissimi film più o meno interessanti. Ogni settimana ne selezioneremo alcuni per scriverci sopra recensioni molto brevi con tono ironico e scanzonato. Un raccoglitore utile e pratico con tanto di citazioni che rimarranno impresse nella memoria di Google. Se vi siete persi l’episodio 4, potete recuperarlo qui.
Operation Fortune: Ruse de guerre di Guy Ritchie
Dopo il film più bello e spiazzante della sua carriera, Ritchie torna subito nella zona sicura, portandosi dietro poco o nulla da ‘Wrath of Man’ ma sciorinando tutti i vizi del suo cinema post-post-moderno: probabilmente ne saranno felici i fan, chi del post-post-moderno non ne può proprio più, un po’ meno.
Dal 17 aprile in esclusiva su Sky Cinema e in streaming su NOW, qui sotto il trailer.
Scream 6 di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett
‘Chi se ne frega dei film!’
Una battuta iniziale che, dopo il grandissimo prologo, mi ha fatto sperare di essere di fronte a qualcosa di diverso, rispetto al pastrocchio di ‘Scream 5’, e in effetti le migliorie sono state tante in questo sequel.
Ma il prurito del meta-cinema, ancora nel 2023, questi due registi non riescono a toglierselo: avessero il coraggio di smettere di inseguire i capolavori di Wes Craven potrebbero raggiungere qualcosa di davvero significativo, perché la mano per padroneggiare la tensione ce l’hanno eccome. A meno che non vogliano diventare i nuovi Guy Ritchie, vivaddio.
‘Luther: Verso l’inferno di Jamie Payne
Amanti di Luther e Idris Elba, uniti.
A quattro anni dalla conclusione della quinta stagione, il dramma poliziesco britannico di BBC One rinasce come film – o meglio, un superpuntatone lungo – esagerato, grottesco, coattissimo, pieno di cappotti iconici, sguardi truci donne di colore in posizioni di potere, con un Andy Serkis nei panni di un villain sociopatico che proprio non si tiene: in una parola, imperdibile.
Disponibile in esclusiva su Netflix.
Missing di Nick Johnson e Will Merrick
per chi come me adora gli screenlife movies…
…vale a dire il nuovo sottogenere del thriller che ci ricorda quanto la sala cinematografica abbia perso la sua centralità nella vita delle immagini spostando la narrazione all’interno degli schermi dei computer e dei cellulari e di apparecchi vari ed eventuali…
…in questi giorni in Italia (al cinema) ne arriva uno bellissimo, che è un sequel standalone di ‘Searching’ e a ben guardare pure un seguito di ‘Run’: ce n’é per tutti, insomma, e anche un po’ di più.
Non così vicino di Marc Forster
Tom Hanks che fa il burbero dal cuore grande (letteralmente) e che finisce con l’adottare il gattino che vuole allontanare per tutta la prima parte del film, significa finire la scorta di lacrime.
Però due ore e dieci sono tantissime, specie se ci si arriva a forza volendo raccontare ogni virgola e senza lasciare neanche mezzo non detto.
Mad Heidi di Johannes Hartmann e Sandro Klopfstein
Per qualche giorno ho avuto a che fare con la peggior influenza della mia vita, una roba che pure ora che sono guarito se ci ripenso torno a sentirmi male.
Mi consola sapere però che non sono stato tanto male quanto sta male questo film, che sta male a livelli inguaribili: la premessa? Rivisitare la storia della dolce Heidi trasformandola nella ribelle guerriera che combatte il governo di una immaginaria Svizzera nazista del formaggio guidata da un leader orwelliano che dà la caccia agli intolleranti al lattosio.
Sarebbe piaciuto al primo Peter Jackson, quello di fine anni ’80 inizio ’90, e sembra venire proprio da quell’epoca.
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