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Resident Evil 4 Remake Recensione: l’inarrestabile Forastero!

La grandiosità di Resident Evil 4 Remake mi ha ricordato quanto il gioco Capcom fosse un passo avanti a tutti: diciotto anni e non sentirli!

Un tuffo nelle acque più buie e spaventose ma al tempo stesso attraenti. L’oscurità che ti avvolge e ti trascina in profondità, verso un fondale che i miei piedi sembrano non toccare mai. Un tuffo anche nella mia infanzia, quando giocai Resident Evil 4 insieme a mio cugino davanti a una tv a tubo catodico: vaghe memorie che riaffiorano, fortunatamente a piccolissime dosi, in questo Remake. Il fatto di non ricordare nulla o quasi dell’avventura mi ha garantito un piacevole effetto sorpresa, come se non avessi mai giocato il capolavoro Capcom del 2005.

Resident Evil 4 Remake è un sogno di sparatutto in terza persona, sfidante al punto giusto, divertente, esagerato, leggermente spaventoso – Resident Evil 4, all’epoca, mi fece venire i brividi e ancora oggi mi chiedo come abbia fatto l’Andrea tredicenne cacasotto a finirlo – ma mai eccessivamente orrorifico.

Resident Evil 4 Remake: che gran luna park!

Il cuore sembra pronto a esplodere tanto è sotto pressione; le insidie sono sempre dietro l’angolo; le munizioni non bastano mai nonostante si miri alla testa che è un piacere. Tutto ciò che mi è capitato dal primo minuto di partita, dal villaggio di El Pueblo in poi (che avevo già in parte visitato grazie alla chainsaw demo di Resident Evil 4 Remake provata qualche giorno fa), è stata un’indimenticabile montagna russa di emozioni.

Il ritmo dell’azione che scende, poi risale lentamente e, quando pensi di essere ormai preparato a ogni trappola furbescamente preparata dal nemico, ecco l’ennesimo coniglio tirato fuori dal cilindro dal Bitores Mendez di turno che mi regala l’accelerata finale nell’ultima discesa prima della fine dell’attrazione.

Resident Evil 4 Remake Recensione 1

L’ansia di non farcela perché le risorse accumulate sono in via di esaurimento salvo poi scoprire, quasi inaspettatamente, di essere in realtà giunto alla conclusione del capitolo. E allora, dopo aver comprato tutto il possibile dall’eroico mercante – il doppiaggio in italiano è favoloso e la voce del mercante è di Gianluca Iacono, sì, quello di Vegeta – sotto con lo stage successivo.

Azione, enigmi ambientali, azione dentro gli enigmi ambientali che affronto a viso aperto con il mio arsenale da guerra. Colpisco a ripetizione i crani dei “poveri” Ganados ai quali assesto, una volta storditi, un violento calcione rotante. Questa combo si è rivelata fin da subito fondamentale per risparmiare proiettili. Parliamo, infatti, pur sempre di un survival horror anche se particolarmente cazzone e caciarone come il suo protagonista (quanto cazzo fa ridere Leon!).

Resident Evil 4 Remake Recensione 2

Un vero e proprio luna park, così mi piace definire Resident Evil 4 Remake, con tantissime attrazioni che consentono di dare libero sfogo ai miei istinti da videogiocatore guerrafondaio: dalla grande novità del titolo, il coltello tuttofare di Leon per sfuggire dalle prese ma anche bloccare con il giusto tempismo gli attacchi avversari – occhio però che a suon di parry e coltellate questo fondamentale strumento si consuma – allo stealth che permette di infiltrarsi nei numerosi passaggi segreti di un level design costruito ad opera d’arte per favorire ogni tipologia di approccio all’azione.

Leon & Ashley al Grand Hotel di Salazar

Nel Castello di Salazar, dove si sviluppa la seconda parte di Resident Evil 4 Remake, il gameplay raggiunge picchi di qualità assoluta difficilmente replicabili: è stata, con tutta probabilità, la parte più entusiasmante e tachicardica di tutta la mia missione di salvataggio. Qui il ritmo che scandisce il succedere degli eventi, di cui abbiamo già parlato nel precedente paragrafo, è sempre altissimo e ogni singola sessione di gioco è una bomba ad orologeria pronta a esplodere.

Ho fatto il segno della croce quando sono arrivato al momento in cui Ashley deve girare le valvole per aprire una nuova via altrimenti inaccessibile mentre Leon si trova un piano sotto di lei a proteggerla con la carabina dall’assalto degli Zealots, i fanatici religiosi della setta degli Illuminados. Me la ricordavo bene quella sezione nel vecchio Resident Evil 4: incasinata come non mai tanto che, quando la completai dopo non so quanti tentativi fu per una rocambolesca e fortunata serie di eventi che probabilmente non si sarebbero mai ripetuti se avessi fallito in quell’occasione.

Resident Evil 4 Remake Recensione 4

So già cosa succederà: le urla di terrore della figlia del presidente degli Stati Uniti, braccata dall’ennesimo prete indemoniato, riecheggeranno di nuovo nel salone principale. Tuttavia, prima di dare il via alle danze, sento una vocina interiore che mi sussurra all’orecchio “ce la farai, tranquillo“.

Non fallisco neanche un headshot: i cervelli esplodono, il fucile continua a sparare senza sosta – sta scena sarebbe stata una clip favolosa per Twitch – mentre Ashley, come per magia, fa tutto ciò che doveva fare senza una singola sbavatura (va anche sottolineato un notevole miglioramento rispetto al Resident Evil originale sul fronte dell’intelligenza artificiale della protagonista). Se questo è un sogno non svegliatemi per favore!

Vorrei raccontarvi di più ma non mi spingerò oltre. Resident Evil 4 Remake è un grandissimo gioco, di quelli che ti si appiccicano addosso, che ti stritolano in un abbraccio mortale come quello di un Ganados inferocito pronto a scuoiarti vivo a colpi di accetta, la più classica delle morti in cui sono più volte incappato. Adesso aspettiamo solamente Separate Ways, il DLC di RE4 Remake con protagonista Ada Wong (ecco finalmente la recensione di Separate Ways, il DLC di RE4 Remake con Ada Wong)

9 / 10

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Andrea Baiocco

Amo la birra, il basket e i videogiochi. Sogno un'Ipa al pub con Kratos e una scampagnata con Nathan Drake. Scrivo su Lascimmiapensa e su Everyeye mentre provo a parlare su Freaking News.

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