
Scrap Riders Recensione: tra avventura narrativa e beat ‘em up
Il dramma di una recensione: Scrap Riders è più punta e clicca o più picchiaduro a scorrimento orizzontale?
Ho rischiato di lanciare diverse volte la Nintendo Switch mentre giocavo Scrap Riders. Era da parecchio tempo che non soffrivo per un picchiaduro a scorrimento, precisamente dall’uscita di Streets of Rage 4 nell’aprile del 2020 quando decisi di affrontare la campagna principale a livello di difficoltà massima insieme a un mio amico. La soddisfazione, all’epoca, una volta riusciti nell’impresa, ci invase come un’onda portoghese che si infrange sulle spiagge di Nazarè.
Ecco, le Streets of Rage 4 Vibes le ho riassaporate qualche mese fa con Teenage Mutant Shredder’s Revenge e in questi primi giorni del 2023 con Scrap Riders, il nuovo lavoro dello studio di sviluppo spagnolo Games For Tutti, pubblicato da Microids e disponibile su Pc e Nintendo Switch a partire dal 9 gennaio. C’è tanto punta e clicca in Scrap Riders ma anche tanto beat ‘em up, la cui commistione fa una cifra primi anni Novanta. Un titolo dalla doppia anima: Monkey Island da una parte e botte da orbi come se stessimo davanti a un cabinato di una sala giochi, dall’altra. Il tutto, rigorosamente in pixel art mentre interpretiamo un membro di una gang di motociclisti che sa molto di Sons of Anarchy.
Gli Scrap Riders sono arrivati in città
Gli Scrap Riders si sono fatti rubare un prezioso deuterio: nei panni di Rust e accompagnati dal geniale robot 50N1 – il quale, per inciso, nelle scazzottate non mi ha praticamente mai aiutato – sono andato a farmi giustizia da solo, esplorando città cyberpunk popolate da gang senza scrupoli e inquietanti fattorie che sembrano rimaste al vecchissimo Far West. Adesso però basta, niente spoiler, la sinossi del gioco potete leggervela ovunque.

La scrittura (localizzata in italiano) ha un ottimo ritmo, scorre via che è un piacere , non riempie mai le conversazioni di parole inutili, ridondanti e procede di pari passo con la risoluzione degli enigmi; tenta la rottura della quarta parete e, per non farsi mancare nulla, nomina Matrix, Hercules, Biancaneve e i Sette Nani. Il citazionismo in Scrap Riders è notevole per un racconto che è riuscito, più di una volta, a strapparmi una risata.
Leggere, leggere come se non ci fosse un domani e porre le giuste domande ai grotteschi personaggi che ho incontrato nel mio viaggio in sella a una Harley del futuro, questa è stata la chiave per sopravvivere in Scrap Riders. Ogni enigma, per essere completato, ha richiesto tutta una serie di azioni brillantemente concatenate fra loro, non sempre di facile intuizione.

Durante una missione ad esempio, ho conosciuto un belloccio a torso nudo mentre fumava pensieroso e con il cuore affranto. Decido di aiutarlo facendomi consegnare una lettera d’amore da lui scritta per uno spasimante con lo spazio per una foto di un panorama romantico che devo trovare e scattare; raggiungo quindi un punto della città in grado di far venire le farfalle nello stomaco anche al più duro dei duri e, una volta immortalato il momento, consegno il pacchetto regalo al robot di cui il ragazzo è follemente innamorato così da liberare la via e poter accedere alla struttura. Solitamente, completata la pregevole sessione punta e clicca, si parte con la rissa.
Prendiamo a calci qualche culo
Come detto quindi, Scrap Riders alterna momenti che richiedono l’ingegno al caos più totale in lunghi livelli – talvolta anche troppo lunghi – in cui ho sia picchiato come un fabbro che incassato come un pugile prima di crollare, stremato, al tappeto. Colpo veloce e pesante che possono essere legati fra loro per dare vita a fenomenali combo spacca denti; prese di “wrestlinghiana” memoria; una pistola per ferire dalla distanza; qualche oggetto da lanciare e infine un devastante attacco speciale che causa ingenti danni.
Un gameplay esaltato poi da una sfumatura strategica da non sottovalutare che argina con successo il button mashing tipico del genere (se premete i tasti a caso, siete spacciati). Quale sfortunato mandare ko per primo e a chi sparare il prezioso proiettile raccolto dall’unico nemico, purtroppo, che li droppa? Tutte domande che mi sono continuamente posto tra una scazzottata e un’altra.

Sono morto infinite volte nel corso delle cinque ore necessarie per arrivare alla conclusione di Scrap Riders e ho smesso solo quando ho imparato a memoria ogni livello e ogni moveset dei tanti boss, tutti ben caratterizzati e diversificati. Ed è proprio nei momenti di pura azione che il titolo presta il fianco ad alcune problematiche. Una gestione migliore dei checkpoint, troppo lontani tra loro, e un maggior numero di cure avrebbero giovato notevolmente ai combattimenti, durante i quali c’è il rischio, per via dell’elevato numero di game over in cui si può incappare, che il divertimento si trasformi in frustrazione.

Nessun mob, infatti, fa cadere i ratti morti con cui è possibile ripristinare la barra della vita, fattore questo che ho scontato specialmente negli scontri contro i cattivoni di fine livello (in molte boss fight non ci sono proprio cure) in cui si viene sommersi anche da un quantitativo di avversari minori, la cui varietà va segnalata in positivo, forse troppo eccessivo. Staremo mica giocando a Elden Ring qua?
Il mondo di gioco è davvero ben costruito, gioioso e ottimamente caratterizzato. Games For Tutti ha svolto un grandissimo lavoro di pixel art, accompagnato da una signora colonna sonora. Un applauso insomma a questo Scrap Riders ci sembra doveroso.
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