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Resident Evil 4 Separate Ways Recensione: il DLC con Ada Wong

Torniamo su Resident Evil 4 Remake con Separate Ways, il nuovo DLC con protagonista la "Bitch in the red dress" Ada Wong

Che gioia tornare dopo poco più di sei mesi su Resident Evil 4 Remake (qui la nostra recensione di Resident Evil 4 Remake) grazie a Separate Ways, il nuovo DLC di Capcom – presente anche nella versione originale di Resident Evil 4 – con protagonista Ada Wong. The Bitch in the red dress spacca di brutto non solo come personaggio secondario della saga di Resident Evil ma anche e soprattutto come protagonista. Con Separate Ways, infatti, si riescono a cogliere appieno le fragilità, le insicurezze, gli stati d’animo di un personaggio scritto in modo impeccabile, carismatico e letale.

C’è tanta felicità in queste mie parole ma anche tanto dolore, fisico e non: ho preso una caterva di botte in questa nuova espansione e rivissuto tutti quei momenti di pura ansia e claustrofobia che avevo quasi dimenticato una volta arrivato alla fine dell’avventura di Leon e Ashley.

Separate Ways: un RE4 concentrato

Oltre ad approfondire nel miglior modo possibile la protagonista, l’altro grande merito che voglio dare a Separate Ways è quello di aver concentrato in circa quattro ore e mezza di gameplay, tutti i momenti chiave di Resident Evil 4 Remake, vissuti però dal punto di vista di Ada Wong la quale, mentre è intenta nel recupero di una preziosa ambra per Albert Wesker, si trova il più delle volte a salvare le sode natiche di Leon. Si inseriscono così nel puzzle di RE4 Remake, tasselli ludici e narrativi del capitolo principale di cui, per forza di cose, non avevamo avuto piena visibilità (ad esempio, senza addentrarci troppo nella storia, possiamo finalmente vedere come Ada riesce ad aiutare Leon contro Bitores Mendez).

Sono tornato nuovamente in quelle location che mi ero lasciato alle spalle, riformulando gli stessi pensieri figli di quell’angoscia che è marchio di fabbrica di un qualsiasi capitolo di Resident Evil: nei laboratori criogenici, quando ho incontrato il Regenerator, la discussione che ho avuto con il mio cervello, data la mia precedente esperienza, è stata la seguente: “Riusciremo a colpirlo velocemente con la nostra carabina nei suoi punti deboli, gli unici che non si rigenerano? Abbiamo poche munizioni, perciò o ci trasformiamo in un cecchino o tanto vale darsela a gambe“. Oppure, nel cortile del Castello di Salazar, ho attraversato ancora una volta quel labirinto di bosso con il cuore in gola, braccato dai soliti Illuminados inferociti, per scovare una via d’uscita.

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Anche in Separate Ways, Luis ci darà una mano contro gli Illuminados

In generale, in Separate Ways si percepisce una piacevole sensazione di déjà vu derivante sia da quelle sessioni di gioco in netta inferiorità numerica in cui, spesso, è più conveniente scappare, sia da quelle dove, invece, bisogna tirare fuori i pistoloni acquistati dal mercante per sfogare tutta quella tensione che tipicamente si accumula nelle fughe dai nemici assetati di sangue (sempre che abbiate risparmiato sulle munizioni altrimenti, si procede con il coltello che torna in grande spolvero con tanto di parry per bloccare gli attacchi avversari).

Il rampino di Ada Wong

La grossa novità nel gameplay di Separate Ways è il rampino in dotazione di Ada Wong, utile sia per muoversi rapidamente nelle aree di gioco e superare così le più classiche strade interrotte, sia per raggiungere zone sopraelevate altrimenti inaccessibili (sempre sparando in direzione di alcuni punti specifici segnalati a schermo). Cari lettori e care lettrici, è un rampino e questo DLC, un videogioco: non credo ci sia bisogno di approfondire ulteriormente il funzionamento di questo gadget all’interno del nostro medium preferito.

Tuttavia, il grosso vantaggio tattico che si ottiene dal suddetto rampino, è in combattimento. Se in RE4 Remake Leon doveva correre verso il nemico stordito per tatuargli addosso la suola dei suoi stivali, adesso Ada può proiettarsi dalla distanza agganciandosi al frastornato Ganados, annullando lo spazio che prima si doveva percorrere in fretta e furia per evitare che gli infetti tornassero in sé. Nulla di particolarmente sconvolgente, sia chiaro, eppure, rimane quella bella soddisfazione di lanciarsi contro il mostro a tutta velocità per assestargli un bel calcione rotante con tanto di tacco contundente.

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Il rampino tuttofare di Ada Wong

Piccole indagini da risolvere grazie a Iris – un ‘sistema’ presente nell’occhio della protagonista che le permette di vedere indizi e tracce invisibili a occhio nudo – oltre ai tipici enigmi ambientali e ai momenti di pura azione che raggiungono il loro picco nelle cruente boss fights: la formula di Separate Ways funziona bene, è efficace e coinvolgente, esattamente ciò che mi aspettavo e non sono rimasto deluso. Chiudo l’articolo facendo i complimenti alla bravissima Elena Mancuso che ha prestato ancora una volta la voce ad Ada Wong dopo Resident Evil 4 Remake (abbiamo avuto la fortuna di intervistare in podcast Elena in una puntata speciale che potete trovare qui).

VOTO: 8/10

Andrea Baiocco

Amo la birra, il basket e i videogiochi. Sogno un'Ipa al pub con Kratos e una scampagnata con Nathan Drake. Scrivo su Lascimmiapensa e su Everyeye mentre provo a parlare su Freaking News.

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