
Sonic Superstars Recensione: il grande ritorno del porcospino blu
Da quanto tempo non si vedeva un Sonic interamente 2D inedito? Ne sono passati di anni: per trovare la risposta bisogna tornare al 2017, anno in cui venne pubblicato l’apprezzatissimo Sonic Mania. E quell’episodio, tra l’altro, non era nemmeno sviluppato direttamente da SEGA, ma da Christian Whitehead, Headcannon e PagodaWest con il benestare dell’azienda nipponica. Sonic Mania e la sua riedizione Plus si sono dimostrati un Platform di elevata caratura, perfetto omaggio alle origini del porcospino blu e ci hanno ricordato quanto fossero belli i primi giochi della serie visti nel corso degli Anni Novanta.
Sonic Mania ha dimostrato che i Sonic bidimensionali possono continuare ad essere una certezza per gli appassionati di tutto il mondo, e questo lo ha capito anche SEGA, che ha aspettato il momento giusto per tornare a sviluppare internamente un capitolo nuovo di zecca che non solo richiamasse il passato ma fosse anche al passo con i tempi. Ecco quindi che la nuova avventura di Sonic diventa realtà su tutte le principali piattaforme attualmente in commercio, con lo scopo di far rivivere ancora una volta i bei tempi andati della serie senza però fare leva esclusivamente sulla nostalgia. Alla resa dei conti, Sonic Superstars si può considerare imperdibile per tutti i suoi fan, anche se manca qualcosa per poterlo considerare un grandissimo platform a tutti gli effetti (se vi piacciono i platform, non perdetevi la recensione di After Us).
Il piano diabolico del Dr. Eggman
Il malvagio Dr. Eggman è nuovamente pronto a fare danni: aiutato da Fang the Hunter e Trip the Sungazer, lo scienziato si appresta a rapire tutti i più grandi animali che popolano le Northstar Islands, così da convertirli in temibili creature robotiche per il suo esercito. Come sempre tocca a Sonic fermare i suoi loschi piani, accompagnato dagli amici di sempre Tails, Knuckles e Amy Rose.
Prima di imbarcarsi nell’avventura è dunque bene scegliere con quale personaggio affrontarla. Come di consueto nei giochi di Sonic, ciascun eroe ha proprie caratteristiche peculiari che possono essere sfruttate durante l’esplorazione dei livelli: Sonic può effettuare un rapido scatto in avanti per riprendere velocità, Tails può volare, Knuckles può fluttuare in aria ed arrampicarsi sulle pareti mentre Amy può contare su un doppio salto oltre ad attaccare i nemici con un martello. Insomma, le stesse abilità che abbiamo già imparato a conoscere nei vecchi giochi della serie.

Poteri esclusivi a parte, a non cambiare è la sostanza dell’avventura, suddivisa in undici zone totali , ciascuna comprensiva di uno o due livelli (oltre a qualche altro stage extra più piccolo). Come sempre, si sfreccia a grandissime velocità e si raccolgono anelli in grandi quantità, nella speranza di non perderli subendo un danno – dopo due colpi si muore – a causa delle numerose trappole o nemici disseminati lungo il percorso. Non mancano ovviamente checkpoint dai quali ripartire in caso si venga sconfitti. Ogni stage poi si conclude solitamente con una Boss Fight, compresi gli immancabili scontri con Eggman ed i suoi sofisticati macchinari.
100% Sonic nel bene…
Sonic Superstars si presenta, insomma, come un Sonic 2D al 100%. Ciò significa che i fan si sentiranno subito a casa già dai primi minuti della partita mentre i neofiti scopriranno un intero nuovo mondo che potrebbe anche invogliarli a riscoprire il resto della serie passata (grazie magari alla raccolta Sonic Origins disponibile su ogni piattaforma).
SEGA ha comunque provato ad aggiungere qualcosa di nuovo ad una formula ludica collaudata: ottenere gli Smeraldi del Caos completando alcuni minigiochi nascosti nei vari stage permette di accedere a una serie di nuove abilità volte a rendere la giocabilità ancora più varia e dinamica rispetto agli standard dei Sonic bidimensionali. Sia che si tratti di scattare a tutta velocità in qualunque direzione, di arrampicarsi più facilmente tra le pareti oppure di sfruttare eventuali correnti d’acqua, i poteri dati dagli Smeraldi si rivelano una gradita aggiunta che mette un poco di pepe in più all’azione. Le abilità sbloccate possono essere cambiate in tempo reale, sebbene il loro utilizzo sia limitato. Pertanto, è bene farne ricorso quando necessario.

Per il resto, invece, Sonic Superstars è sempre il solito Sonic. Ma questo non è comunque da intendersi in senso negativo. Anzi, siamo davanti ad una delle avventure più piacevoli con protagonista il riccio blu viste negli ultimi anni, soprattutto nella prima metà dell’avventura, dove il level design si presenta davvero in stato di grazia regalando ai giocatori livelli tanto spettacolari quanto complessi, oltre a Boss intriganti da affrontare.
…e nel male
Tuttavia, con il passare delle ore e procedendo un poco alla volta tra le varie Zone, si nota un lieve ma tangibile calo qualitativo che mette maggiormente in risalto i limiti storici del gameplay della saga. Certi stage non appaiono ben studiati in ottica design, tra piattaforme ed ostacoli non posizionati con il massimo criterio ed anche gli scontri con i Boss appaiono meno ispirati. Decisamente mal calcolato quello finale, una battaglia portata avanti un po’ troppo per le lunghe che avrebbe funzionato decisamente meglio con una durata più contenuta.
A ciò si aggiungono un sistema di controllo non sempre impeccabile e che talvolta rende un po’ complicato gestire i movimenti di Sonic e dei suoi amici e un ritmo di gioco incostante: talvolta si va a tutta velocità, caratteristica per cui la serie è divenuta nota ed amata in tutto il mondo, talvolta invece rallenta fin troppo con il rischio di perdere la sua carica coinvolgente.

Tutto questo, intendiamoci, non significa che la qualità di Sonic Superstars cali a picco con il passare delle ore: il titolo SEGA si conferma comunque di valore per tutta la sua durata ed anche nelle fasi avanzate non manca qualche piccolo lampo di genio che conferma la grande personalità di tutto il progetto. Più semplicemente dopo un inizio scoppiettante l’opera sembra un po’ rallentare e rifiatare, senza voler stupire a tutti i costi ma al tempo stesso senza strafare.
Ed alla fine va benissimo così, perché Sonic Superstars si conferma un’esperienza molto piacevole e longeva il giusto, capace di regalare sano intrattenimento per quelle 4-5 ore necessarie per giungere ai titoli di coda. Una volta finita la storia c’è altro con cui divertirsi, tra un personaggio extra sbloccato e le sfide a tempo delle modalità secondarie, tanto per citare alcuni dei contenuti offerti dal titolo SEGA.

Forse l’unico limite effettivo di Sonic Superstars è quello di non avere il coraggio di osare fino in fondo, preferendo invece percorrere la strada sicura e già ben nota per confezionare comunque un prodotto soddisfacente, pensato soprattutto per i fan e per omaggiare uno storico passato. In questo SEGA ha centrato del tutto l’obiettivo ma la sensazione è che potrebbe fare ancora di più, ancora meglio.
Sonic Superstars: eterno 2D
A differenza di Sonic Mania che ricalcava lo stile visivo a 16-Bit dei classici originali Anni Novanta, Sonic Superstars si presenta con una grafica moderna maggiormente al passo con i tempi e con stile da vendere: la nuova avventura 2D del porcospino blu è un vero piacere per gli occhi, grazie a colori sgargianti, animazioni curatissime e scenari da favola come da tradizione nella serie.
L’ottima varietà di ambientazioni rende il gioco una continua sorpresa estetica, alternando sfondi più tradizionali ad altri invece molto più vivaci e creativi; la grande cura risposta nei dettagli è un’altra marcia in più, donando all’opera complessiva ancora più personalità e rendendola accattivante quanto basta per conquistare anche le attenzioni dei giocatori di vecchia data che non hanno mai dimenticato le meraviglie in pixel create da SEGA una trentina d’anni fa.

In aggiunta, in ottica puramente tecnica, il lavoro svolto dal Sonic Team è stato davvero egregio: anche su Nintendo Switch l’opera si difende benissimo, viaggiando a 60fps sostanzialmente stabili (i cali sono davvero rari e quasi impercettibili) e senza che nessun particolare bug faccia la sua fastidiosa comparsa su schermo. Gli autori sono stati attenti ad ogni particolare, regalando agli utenti un prodotto efficiente in praticamente ogni versione in commercio.
Dallo splendore visivo si passa a quello sonoro, con musiche dal ritmo incalzante tipiche di un gioco della serie. Motivetti ben orchestrati e piacevolissimi da ascoltare accompagnano le nostre scorribande a tutta velocità tra i numerosi livelli dell’avventura. In generale, pur senza magari lasciare il segno come le colonne sonore dei più celebri giochi di Sonic, anche Superstars in ambito musicale si dimostra di ottima caratura, quanto basta per soddisfare anche l’udito assieme alla vista.
Bentornato vecchio mio
Sonic Superstars è senza alcuna ombra di dubbio un riuscito ritorno del porcospino blu alle sue radici bidimensionali. SEGA ha confezionato un Platform di pregevole fattura, fedele alla tradizione della saga 2D ma che non disdegna una strizzata d’occhio alla modernità: in tal senso risultano molto gradite le novità rappresentate dai poter speciali ottenuti con i singoli Smeraldi del Caos, che donano un tocco di varietà in più all’azione rendendola più veloce e dinamica.
La prima metà dell’avventura, poi, si presenta davvero di elevata qualità, con un level design da manuale e qualche soluzione brillante, lasciando però spazio ad una seconda metà un po’ meno ispirata e con stage meno sorprendenti. Anche le Boss Fight non sempre riescono a convincere, con l’ultima in particolare trascinata un po’ troppo per le lunghe rischiando di rivelarsi più tediosa che una sfida davvero coinvolgente.

Forse l’unico problema di Sonic Superstars è di voler restare un po’ troppo fedele alla sua essenza senza riuscire davvero a rinnovare il suo concept con nuove brillanti idee. Il team di sviluppo ha confezionato un bel Platform senza però quella scintilla aggiuntiva che lo avrebbe potuto rendere ancora più grande. Nel complesso, dunque, i fan possono ritenersi soddisfatti di questo gradito ritorno ed aggiungere immediatamente Sonic Superstars alla loro collezione. Ma per la prossima volta, cara SEGA, osare un poco di più potrebbe non essere una cattiva idea.
VOTO: 8/10
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