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Tetris Recensione

Tetris Recensione: su Apple TV la storia del mitico videogame anni ’80

Tetris racconta la bizzarra storia vera della 'guerra fredda' per il famoso videogame, nato nell'URSS ma richiesto da Giappone e USA.

Ve lo avevamo anticipato nell’episodio 11 del podcast di Freaking News, e come promesso eccolo qua: tra pochi giorni sarà disponibile in streaming Tetris, nuovo film di Apple TV+ presentato in anteprima mondiale al South by Southwest Film Festival e in uscita in esclusiva sulla piattaforma di streaming on demand che racconta la storia della ‘guerra fredda’ per i diritti di vendita del famoso videogame, creato nell’Unione Sovietica sul finire degli anni ’80 ma diventato immediatamente popolare (oggi diremmo ‘virale) dappertutto, dal Giappone e agli Stati Uniti.

Diretto da Jon S. Baird, che avevamo imparato ad amare grazie a Stanlio e Ollio, sua seconda regia arrivata nel 2018 e dedicata alla storia del mitico duo comico composto da Stan Laurel e Oliver Hardy (interpretati in quell’occasione da Steve Coogan e John C. Reilly), Tetris è un delizioso biopic guidato da Taron Egerton, che si dimostra attore eccelso quando si tratta di ricreare personaggi realmente esistiti.

La storia, variazione di Argo di Ben Affleck o Il ponte delle spie di Steven Spielberg verso i toni della commedia, è quella di Henk Rogers (Egerton), programmatore mediocre di videogiochi poco ispirati che nel 1988 scopre Tetris durante una fiera dedicata al mondo dell’elettronica.

Henk, con grande spirito imprenditoriale, decide di puntare tutto sul videogioco viaggiando in Unione Sovietica, dove unisce le forze con il suo inventore Alexey Pajitnov (Nikita Efremov) per riuscire a portarlo all’attenzione delle masse. Sotto il regime comunista, però, seguiranno intrighi, complotti, tradimenti, e soprattutto minacce, tutt’altro che virtuali.

‘Argo vaffanculo’, per videogiocatori

Jon Baird non è spaventato dall’idea di mescolare i generi, e in Tetris troviamo di tutto e un po’: il biopic sulla faida per i diritti d’autore di una proprietà intellettuale che ha fatto epoca non può non far venire immediatamente in mente The Social Network di David Fincher (con le dovute proporzioni), ma gli intrighi tipici dei thriller da Guerra Fredda ricordano da vicino le atmosfere dei romanzi di John le Carré, con personaggi ‘cattivi’ che fanno il doppio gioco, eroi improbabili e una corsa avvincente fino al traguardo.

C’è il financial thriller alla Tom Clancy, un montaggio sfrenato e inserti action colorati con effetti a 8bit, il primo Game Boy di Nintendo (azienda leader del settore che, una volta lasciatasi convincere da Rogers sulle potenzialità di Tetris, deciderà di acquistare il videogame per venderlo in bundle con la mitologica console portatile), ci sono Super Mario e Zelda e perfino Michail Gorbačëv, ma c’è soprattutto la consapevolezza del potere del cinema di lavorare sugli immaginari per trasformare la Storia in intrattenimento cinematografico.

Tetris Recensione 1

La forza di Tetris sta tutta nella sua leggerezza pop, non certo nella precisione storiografica della ricostruzione delle vicende narrate: ecco perché il paragone con i citati Argo, Il ponte delle spie e The Social Network si interrompe alla comunità di ambientazioni e/o situazioni, qui il punto non è mai dire il vero ma abbellirlo, rielaborarlo, spettacolarizzarlo, e la ricercatezza di una gran leggerezza di fondo è così precisa da riuscire a non disinnescare mai, neanche una volta (forse fatta eccezione per il finale, davvero una replica sempliciotta di quello del capolavoro di Ben Affleck), i tanti momenti di thriller puro.

Grande cuore nel raccontare le similitudini tra uomini di società diverse (accumunati anche dalle passioni, come i videogame) tra uomini di società diverse, e grande testa nel ritrarre, in maniera efficace, un’epoca di cambiamenti, tra la morte del comunismo e l’ascesa del capitalismo sfrenato. In attesa di poter dire qualcosa sul film d’animazione di Super Mario Bros, in uscita ad aprile, un altro centro per i videogame su grande e piccolo schermo, dopo il successo stratosferico di The Last of Us di HBO.

Voto: 3/5

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Matteo Regoli

critica i film, poi gli chiede scusa si occupa di cinema, e ne è costantemente occupato è convinto che nello schermo, a contare davvero, siano le immagini porta avanti con poca costanza Fatti di Cinema, blog personale

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