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The Creator Recensione

The Creator Recensione: il nuovo thriller sci-fi di Gareth Edwards

Abbiamo visto The Creator, il nuovo film originale di Gareth Edwards tredici anni dopo Monster: la nostra recensione.

The Creator, Il nuovo thriller fantascientifico prodotto da 20th Century Studios, New Regency ed Entertainment One che miracolosamente salta l’uscita diretta in streaming per debuttare sul grande schermo, segna il ritorno di Gareth Edwards ad un progetto personale (e originale) a oltre dieci anni dal suo film d’esordio Monsters, uscito nel 2010 e già opera programmatica di un cinema di tante idee e micro-budget.

Quel successo aprì al regista le porte di Hollywood consentendogli prima di realizzare nel 2014 Godzilla – il film costruito sul fuori campo che diede il là all’amato franchise del MonsterVerse – e poi nel 2016 l’acclamato spin-off della saga di Star Wars, il prequel Rogue One, ambizioso film di guerra che contrappuntava gli eventi di Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza e che è recentemente tornato alla ribalta grazie alla pluripremiata serie tv di Disney+ Andor, a sua volta ambientata prima di Rogue One.

Anche a causa della pandemia, Gareth Edwards ha dovuto appendere la cinepresa al chiodo per tanti anni e finalmente l’attesa per il suo quarto lungometraggio è finita: il tempo avrà giovato al suo cinema? Andiamo a vedere com’è questo The Creator.

The Creator: Apocalypse Tomorrow

La storia di The Creator è ambientata durante una guerra futura tra la razza umana e le forze dell’intelligenza artificiale: il protagonista è Joshua (John David Washington, figlio d’arte di nuovo al centro di un blockbuster di fantascienza originale dopo Tenet di Christopher Nolan), un ex agente delle forze speciali in lutto per la scomparsa della moglie (Gemma Chan), che viene reclutato per dare la caccia al Creatore, l’inafferrabile e misterioso architetto dell’avanzata IA che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine alla guerra.

Come in Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, film che sembra costituire l’ossatura principale del viaggio di Joshua, il protagonista e la sua squadra di agenti d’élite oltrepassano le linee nemiche nel cuore di tenebra del territorio occupato dall’IA (gli USA hanno bandito le intelligenze artificiali, che però hanno trovato asilo in vari paesi asiatici, tutti più o meno scelti per rimandare non a caso al Vietnam) solo per scoprire però che l’arma apocalittica, che lui è stato incaricato di distruggere senza ripensamenti, è in realtà un’IA con le sembianze di una bambina.

The Creator recensione

Una premessa non esattamente originale che però contribuisce una volta di più ad abbattere il mito dell’originalità al cinema: The Creator include al suo interno riferimenti ai maggiori film di fantascienza degli ultimi 40 anni, dimostrando che l’importante a volte non è necessariamente innovare, ma fare le cose con cura.

Più umano dell’umano

E quanta cura c’è, accidenti, in The Creator. Non capita tutti i giorni, nel panorama cinematografico contemporaneo, e ancor di più a Hollywood, di trovarsi di fronte – al cinema e non su piattaforma – a un film nato da un’idea originale che non sia un adattamento di un’opera preesistente, né un prequel né un sequel di qualcos’altro e che il budget di produzione ammonti a circa 80 milioni di dollari dichiarati, francamente, fa di The Creator un mezzo miracolo, più che un film.

La copia conforme dell’originale (i riferimenti, per gli amanti della fantascienza, sono infiniti, e si andrà da Terminator di James Cameron ai film di Neill Blomkamp, da Star Wars e la sua Morte Nera ad Akira) si palesa già all’inizio nello slogan ‘più umano dell’umano‘ – la frase simbolo di Blade Runner di Ridley Scott: Gareth Edwards non prova minimamente a nascondere le sue fonti di ispirazione, anzi – e la costruzione di questo mondo futuristico (ma curiosamente attuale e tempestivo: mentre il film arriva in sala, a Hollywood si protesta proprio per l’uso dell’IA nelle sceneggiature e della scansione del corpo degli attori per la recitazione, idea entrata nel cinema fin da The Congress di Ari Folman) è fatta benissimo.

The Creator Recensione 2

Quello che colpisce ancora di più, al di là del fenomenale uso del budget ristretto (che potrebbe davvero fare scuola e tracciare una nuova rotta per il cinema mainstream), è come The Creator dipinga gli Stati Uniti come una nazione disumana: questo ardore politico, questa rabbia nei confronti delle macchinazioni governative e delle ingiustizie sociali, questo raccontare l’America come una nazione belligerante a tutti i costi anche di fronte ad un avversario che continua a ripetere di volere soltanto la pace, ha pochissimi eguali nel mondo dei blockbuster.

VOTO: 3.5/5

Matteo Regoli

critica i film, poi gli chiede scusa si occupa di cinema, e ne è costantemente occupato è convinto che nello schermo, a contare davvero, siano le immagini porta avanti con poca costanza Fatti di Cinema, blog personale

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