
The Marvels Recensione: il nuovo film MCU con Brie Larson
In concomitanza con il finale della seconda stagione di Loki (qui la nostra recensione della seconda stagione di Loki), che sarà distribuito in esclusiva sulla piattaforma di streaming on demand Disney+ questo venerdì, la settimana si tinge di Marvel con l’uscita al cinema per The Walt Disney Company del nuovo cinecomic The Marvels, trentatreesimo film dei Marvel Studios diretto dalla regista Nia Da Costa (per la prima volta alle prese con un progetto ad ampio budget dopo il buon lega-sequel della saga horror Candyman).
Ambientato nel corso degli eventi della Saga del Multiverso del Marvel Cinematic Universe giunta nella sua seconda Fase (in totale siamo alla Fase 5 del progetto di Kevin Feige, qualora servissero maggiori coordinate per orientarsi), The Marvels è un curioso quadruplo sequel crossover che lega insieme gli eventi del campione box office Captain Marvel e delle mini-serie tv WandaVision, Ms Marvel e Secret invasion (la recensione di Secret Invasion è a un click di distanza) e ritrova le rispettive protagoniste Brie Larson, Teyonah Parris e Iman Vellani, coadiuvate dal solito Samuel L. Jackson nel ruolo dell’inossidabile Nick Fury.
Il MacGuffin che innesca la trama e congiunge (letteralmente) i tre personaggi e le loro vite è un bracciale misterioso che, una volta attivato, fa collidere i poteri delle tre supereroine, basati sulla stessa fonte di energia: di conseguenza, ogni volta che Captain Marvel, Ms Marvel o Monica usano i propri poteri, l’una prenderà il posto dell’altra in qualsiasi punto dell’universo si trovino, in un continuo switch spaziale che (in perfetto stile Marvel) da iniziale fonte di problemi diventerà prima fonte di risate e poi un vero e proprio punto di forza.
The Marvels: più in alto, più lontano, più veloce
Il maggior pregio di The Marvels è senza dubbio quello di riuscire a tenere insieme così tante cose in così poco tempo: con circa 105 minuti di durata (titoli di coda inclusi: occhio alla scena post-credit subito dopo la sigla finale) il film è il lungometraggio più breve in assoluto nella storia del MCU – in controtendenza rispetto all’ultima piega di Hollywood ormai volta ad aumentare la durata media dei propri film, perché il pubblico contemporaneo è abituato alla narrazione seriale e ad una diversa concezione dello sviluppo dei personaggi rispetto a quella di vent’anni fa – e Nia Da Costa è brava a scartare i fronzoli e andare sempre dritta al punto.
Certo la sensazione di trovarsi di fronte ad una coperta troppo corta è forte: si può vedere The Marvels senza aver visto tutto ciò che è venuto prima perché i personaggi si raccontano e si spiegano con poche battute col rischio però di ripetere informazioni non necessarie per i fan più appassionati e completisti, ma del resto questi sono i compromessi di un universo narrativo così vasto e così aperto al più ampio pubblico possibile.

Tuttavia, le buone idee non mancano: lo stratagemma dello switch dei poteri/corpi funziona e da il là a scene d’azione con coreografie tutt’altro che scontate e, di tanto in tanto, spuntano anche quelle ottime come trasformare Carol Danvers in una vera e propria principessa Disney grazie ad un pianeta che parla solo la lingua dei musical è una trovata meta-narrativa dir poco geniale.
Soprassediamo sul villain – nulla può la povera Zawe Ashton, moglie di Tom Hiddleston, con un cattivo così monodimensionale e simile a mille altri – e sull’altalena qualitativa degli effetti speciali, ma i fan Marvel (specialmente quelli di vecchia, anzi vecchissima data) non potranno non rimanere colpiti dalla scena finale, che promette grandi cose per i prossimi capitoli della Saga del Multiverso.
VOTO: 3/5
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