
Titanic di James Cameron: i 25 anni dell’ultimo kolossal di Hollywood
Titanic di James Cameron compie 25 anni e festeggia con un ritorno nelle sale di tutto il mondo in una nuova veste restaurata in 4K 3D.
Prima di ridefinire, con Avatar e Avatar: La via dell’acqua, il nuovo standard per il kolossal dell’era del digitale, nel 1997 James Cameron con Titanic firmava l’ultimo grande kolossal ‘classico’ di Hollywood, chiudendo col botto i primi cento anni dell’arte cinematografica.
Era il 28 dicembre 1895, quando i fratelli Lumiere proiettarono, a Parigi, negli interni del Salon indien du Grand Café di Boulevard des Capucines, il primo film mai mostrato ad un pubblico pagante, L’uscita dalle officine Lumière: la costruzione del Titanic, il transatlantico britannico indistruttibile che sarebbe salpato da Southampton in direzione New York il 10 aprile 1912 per naufragare e inabissarsi appena cinque giorni a causa della collisione con un iceberg, iniziò qualche anno dopo, nel 1907, a Belfast. Due date non così distanti, per due inaugurazioni diversissime e dagli esiti opposti: per i Lumiere il cinema era un’invenzione senza futuro, per la compagnia White Star Line, che commissionò la costruzione del transatlantico, il Titanic avrebbe rappresentato la massima espressione della tecnologia del tempo.
Ecco la parola chiave: tecnologia. Perché nell’ipertesto di un autore come James Cameron, che ha indissolubilmente legato il suo nome alla fantascienza, da Aliens a Terminator a The Abyss, dalle sceneggiature di Strange Days a quelle di Alita, anche Titanic è un film tecnologico, anzi soprattutto Titanic: l’ultimo kolossal del XX secolo, il secolo che ha contraddetto la previsione dei Lumiere e dimostrato l’immortalità del cinema, è un apologo alla umana hybris e ai limiti del possibile da parte di un autore che i limiti del possibile li ha sempre spostati un po’ più in là.
Il film senza tempo per eccellenza
Non è una frase fatta, è letteratura, è storia: praticamente in tutti i suoi film James Cameron ha dovuto inventare nuove tecnologie per accontentare la sua visione, dagli effetti speciali rivoluzionari di Terminator: Il giorno del giudizio – con il T-1000 di Robert Patrick che all’improvviso, ricordate?, diventa liquido per passare attraverso le sbarre, scena-prodromo dell’arrivo dell’immagine digitale fluida – alle nuove cineprese per il 3D subacqueo de La via dell’acqua; anche nel 1997 Titanic dovette accettare questa sfida, col regista che inventò dal nulla una camera che potesse reggere la pressione dell’oceano e filmare il vero relitto del Titanic. Senza contare la ricostruzione dei set della nave, che l’autore ha sempre giurato fossero in scala 1:1: la finzione del cinema e il reale uniti insieme dalla tecnologia, dalla sua evoluzione, da James Cameron.
Fa sorridere che uno dei film più famosi di tutti i tempi – terzo al mondo per maggior incasso al box office, con 2,2 miliardi (chiaramente destinati a lievitare in questi giorni), e doppio record agli Oscar sia per statuette vinte (11, al pari di Ben-hur e Il signore degli anelli: Il ritorno del re) sia per nomination totali (14, al pari di Eva contro Eva e La La Land) sia nato quasi per scherzo.

Perché, a parte la famosa riunione con cui James Cameron riuscì a ‘vendere’ l’idea del progetto alla Paramount e alla Fox (che si spartirono i diritti di distribuzione per il Nord-America e per i mercato internazionali, e che accettarono quando il regista riassunse il film come ‘Romeo e Giulietta a bordo del naufragio più celebre di sempre’), il vero motivo per cui Titanic esiste è la misteriosa passione di James Cameron per l’oceano, e per l’esplorazione dei suoi fondali: prima di diventare maggiorenne (e, chiaramente, prima di decidere di fare il regista) il futuro autore canadese aveva già il brevetto per le immersioni, e nel 1985, quando nell’Atlantico venne ritrovato il relitto del vero Titanic, si mise in testa che prima o poi sarebbe personalmente andato là sotto a filmarlo. A costo di dover inventare gli strumenti per poterlo fare.
Quanto si sbagliavano i Lumiere, basterebbe solo Titanic per ribadirlo: del resto è la terza volta che questo classico transgenerazionale torna nelle sale (dopo il 2012 per il centenario del naufragio e il 2018 per il ventennale dell’uscita originale) e ogni volta ha ricordato a tutti quanto, pur restando sempre uguale, il cinema sia capace di evolversi, trasformarsi, sfidare il tempo, fino a diventare senza tempo.
E’ la via di James Cameron.
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