
Tom Cruise: i 5 migliori film oltre Mission: Impossible
Il 12 luglio uscirà nelle sale Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte 1 (qui la nostra recensione di Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte 1) e con l’occasione, abbiamo pensato di stilare la nostra personalissima classifica dei migliori film con Tom Cruise.
Ultima superstar vecchio stampo, forse insieme a Leonardo DiCaprio e Brad Pitt (dopo C’era una volta a Hollywood, il sogno sarebbe vederlo nel decimo e ultimo film di Quentin Tarantino), dagli anni ’80 in poi Tom Cruise è stato un punto fermo nel panorama del cinema americano, scolpendo una carriera capace tanto di intercettare e agevolare il lavoro dei migliori autori del momento quanto di seguire le evoluzioni dell’industria e, in alcuni casi, perfino anticiparle.
Il suo nome è certamente legato a quello della saga di Mission: Impossible, ma la fertilità della sua filmografia (e del suo talento, spesso dimenticato tra un articolo sulle sue folli imprese da stunt-man e un altro) lo ha portato a prendere parte ad una serie di film altrettanto indimenticabili, alle volte addirittura più importanti ancora nel discorso di evoluzione delle immagini e dell’immaginario.
Prima di procedere con la nostra classifica, ecco quali sono gli altri migliori film di Tom Cruise e cioè quelli che sarebbero stati citati se questa fosse stata una top 15: Minority Report, Jerry Maguire, Il socio, Top Gun, L’ultimo samurai, La guerra dei mondi, Edge of Tomorrow, Risky Business, Giorni di tuono, Legend.
5) Il Colore dei Soldi di Martin Scorsese
Sequel de Lo spaccone di Robert Rossen, ambientato 25 anni dopo la storia originale e interpretato ancora una volta da Paul Newman nel ruolo di Eddy ‘Lo Svelto’ Felson, Il Colore dei Soldi è paradossalmente tra i più ottusamente e scioccamente sottovalutati e incompresi film del cinema scorsesiano, e ovviamente tra i suoi migliori. Basterebbe la sequenza iniziale, tra le cose migliori mai girate non solo da Scorsese ma da chiunque, per mettere a tacere ogni detrattore.
Se rivedessimo oggi Il Colore dei Soldi, troveremmo nel rapporto/rivalità tra Paul Newman e Tom Cruise un ideale passaggio di testimone tra la Hollywood che fu e quella che stiamo vivendo.
4) Top Gun Maverick di Joseph Kosinski
Sequel del capolavoro del compianto Tony Scott (al quale questo film è dedicato: la proiezione stampa cui partecipai si chiuse sullo scroscio degli applausi esplosi all’apparizione del nome del regista sul grande schermo, gli ultimi applausi di una lunga serie proseguita a intermittenza per tutta la proiezione); co-scritto dal nuovo braccio destro di Tom Cruise, Christopher McQuarrie (contando anche l’inedito Mission: Impossibile 8, la coppia è alla decima opera tra produzione, sceneggiatura e regia) e diretto dal sodale Joseph Kosinski (che era già stato suo regista per l’ottimo sci-fi Oblivion), Top Gun: Maverick è il blockbuster perfetto per l’oggi.
Oltre a essere pieno di sentimento, risate, brividi e lacrime, è anche un film che ragiona sul tempo, quello a disposizione e quello passato – specie dall’uscita del primo Top Gun: un tempo trascorso tanto per i personaggi, i quali hanno ricordi e retroscena legati agli eventi di quel film, quanto per gli spettatori, che condividono parte di quei ricordi con loro e che tornano per scoprirne di nuovi – e che ingloba il suo predecessore colonizzandone le immagini per riadattarle all’estetica contemporanea.
3) Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick
L’amore, ma anche qualcosa di più … un’ombra, un prurito, qualcosa di insanabile. Una sensazione alla quale è impossibile dare forma che Kubrick riesce chissà come a rendere chiarissima, sospesa così tra i personaggi e dietro i loro destini, un dettaglio nascosto da uno sguardo celato di una maschera.
Più di un film-testamento, Eyes Wide Shut è un film-sentimento che chiude un secolo, una vita, un cinema (esce nel 1999, dopo la morte dell’autore) ma che prelude anche un’epoca (la nostra) di assoluta incertezza, di non-vedere, di occhi “spalancatamente” chiusi.
2) Magnolia di Paul Thomas Anderson
Opera epocale e totale tra le produzioni indipendenti più impressionanti della storia del cinema: il quotidiano fatto epica, il destino dell’uomo scandito con toni biblici, l’assurdo del realismo, lo straordinario dell’ordinario, l’empatia immortalata nei primi piani. È impossibile stare dietro al ritmo infernale dell’attacco e la marea del racconto-fiume che si innesca da lì in poi ti porta via.
Magnolia è forse il più grande film mai fatto sulle faccende degli uomini e le leggi inconoscibili che le dominano, sicuramente la miglior prova attoriale della carriera di Tom Cruise, dalla quale le scuole di recitazione ancora oggi attingono per spiegare come uno sguardo in camera può essere capace di giudicare non solo il personaggio cui è rivolto, ma soprattutto lo spettatore al di qua dello schermo.
1) Collateral di Michael Mann
Un film di geografie, di spazi fisici incastonati nel cemento e tratteggiati dalle luci della notte rifratte sulle superfici delle automobili errabonde, nel quale, in un mondo in cui l’analogico è al tramonto (il cui scarto sulla realtà è amplificato da quella fotografia digitale – espressionista che avrebbe segnato anche Miami Vice e caratterizzato tutte le produzioni successive del regista), il corpo umano assume i tratti metafisici dei fantasmi, le identità si sovrappongono, l’uomo si mescola alla fine del giorno e si perde nel paesaggio, confondendosi alla natura (i coyote) e all’urbanizzazione (“un uomo sale su un treno…”).
Uno dei massimi capolavori di un autore capace di realizzare solo capolavori.
Lascia un commento